A QUALE PREZZO?

Cina: genitori ingaggiano videogiocatore esperto per battere i figli e convincerli a smettere

Un pro player cinese ha dichiarato di essere stato pagato dai genitori di almeno due bambini per batterli ai videogiochi online e "distruggere la loro autostima"

© IGN

I videogiochi sono generalmente apprezzati da grandi e piccoli, e risultano solitamente abbastanza innocui se giocati con moderazione. In alcuni casi, tuttavia, i bambini di oggi ne diventano così ossessionati da iniziare a ignorare la propria vita reale, la scuola e persino la famiglia. Riportarli in carreggiata può essere una vera e propria sfida, tanto che molti genitori ricorrono a misure disperate.

In Cina, alcuni di essi hanno pensato di ricorrere all'aiuto di giocatori esperti per battere i figli ai loro videogiochi preferiti e convincerli a smettere.

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Uno di questi giocatori professionisti ha recentemente rivelato di essere stato pagato dai genitori di un bambino per "stracciarlo" letteralmente al suo videogioco preferito, così da fargli mettere in dubbio le sue reali capacità. Per convincerlo, i due avevano raccontato al pro player come il figlio fosse stato un bambino obbediente e uno studente modello fino alla quarta elementare, indicando come i videogiochi lo avessero completamente plagiato da quel momento in poi.

Il ragazzo aveva dunque iniziato a dedicare la maggior parte del suo tempo ai videogiochi online, sognando di diventare un giocatore professionista e di mantenersi facendo ciò che ama di più. I genitori hanno spiegato di non aver gradito la sua scelta, né tantomeno di essere riusciti a dissuaderlo, tanto da decidere di passare a metodi più drastici. Non è chiaro come siano entrati in contatto con il giocatore professionista, ma lui sostiene che abbiano accettato di pagargli un compenso di 50 yuan (7,2 dollari) all'ora per sfidare il figlio nel suo videogioco preferito e minare completamente la sua autostima.

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Il giocatore, che ha scelto di rimanere nell'anonimato, ha persino pubblicato alcune immagini della conversazione avvenuta con i genitori del ragazzo come prova. Il pro player ha infatti dichiarato di aver sfidato il ragazzo a cinque giochi per un totale di cinque ore: ha preso tempo nella prima partita, cercando di stancare l'avversario, per poi schiacciarlo nelle quattro sfide successive su richiesta della famiglia.

A quanto pare, le partite sono state così sbilanciate che il ragazzo non ha più voluto saperne di giocare e la fiducia nelle sue capacità di giocatore è stata scossa a tal punto che i genitori sono riusciti infine a convincerlo a concentrarsi maggiormente sugli studi per costruire il suo futuro. Il giocatore professionista si è dichiarato orgoglioso di aver aiutato finora due famiglie a recuperare i propri figli dalla dipendenza da gaming, aggiungendo come le sue azioni, sebbene discutibili, lo abbiano aiutato a trovare uno scopo nella vita.