Donne e felicità, un binomio che vale la pena di essere indagato, tenuto conto che le italiane rappresentano ben più della metà del cielo nel nostro Paese, in cui da sempre la popolazione femminile è prevalente. Un universo in cui, secondo quanto emerge da un'indagine condotta da AstraRicerche, quasi un terzo (28%) delle italiane tra i 18 e i 75 anni si dichiara infelice, in percentuale quasi il 60% in più rispetto agli uomini, che si sentono privati di soddisfazione esistenziale solo per un modesto 18%.
Uno studio, commissionato da Sòno APS, l'associazione di promozione sociale fondata dal sociologo Enrico Finzi che propone percorsi di ascolto per aiutare le persone ad accrescere il proprio benessere esistenziale, è stato condotto a fine ottobre da AstraRicerche: quanto emerge è che, nonostante le molte chiacchiere sulla presa di potere delle donne italiane, il gender gap tende a estendersi nel nostro Paese, almeno a giudicare da come le italiane si raccontano descrivendo il loro rapporto con la felicità nel primo Osservatorio Sòno sulla felicità degli italiani.
LE ITALIANE SI DICHIARANO PIÙ INFELICI: il sentimento prevalente a fine 2022 è rappresentato da un urlo in apparenza silenzioso e inascoltato di insoddisfazione e insofferenza per i ruoli culturali e sociali imposti; un urlo che contiene anche una pressante richiesta di riconoscimento, di tempi, spazi e opportunità per la realizzazione di sé. L’infelicità è l’elemento dominante che emerge dall’Osservatorio e la netta maggioranza delle donne ha una percezione acuta della propria infelicità, il che segna una netta inversione di tendenza rispetto a sondaggi condotti dal 2001 nei quali le donne in termini di felicità dichiarata prevalevano costantemente sugli uomini.
DOPO IL LOCKDOWN PIÙ INCOMBENZE E INSODDISFAZIONE: il capovolgimento trova ulteriore conferma nel fatto che il 42% delle italiane (+17% rispetto ai maschi) dichiara di essere diventata più infelice nell'ultimo triennio, ossia dall’imminenza della pandemia. Un arretramento che si spiega con l’accumularsi di fattori quali l’esperienza del lockdown, con il suo carico extra di incombenze domestiche e di convivenza forzata coi partner e/o i figli, con il pessimismo sulle prospettive delle giovani generazioni e del futuro del Pianeta, con la percezione di un dilagare dell’aggressività maschile verbale, psicologica e fisica, e infine con la crescente polarizzazione sociale e politica in un contesto d'inflazione e di erosione del tenore di vita delle famiglie. Uno dei tasti più dolenti sono le soffocanti attività di cura della casa e di accudimento/assistenza di anziani, bambini, ragazzi, malati e disabili, con la necessità di essere flessibili e adattative (61%, + 9% sugli uomini) e l’impossibilità di lasciarsi andare (38%). A tutto questo si accompagna la mancanza di tempo da dedicare a sé per pensare, leggere, riposare, scrivere, andare dal parrucchiere, ecc.: tutte attività che ben il 35% delle donne descrive come impossibili.
WOMEN EMPOWERMENT: UN MIRAGGIO? Le informazioni acquisite dall’Osservatorio Sòno affiancano quelle di altre ricerche nel mostrare quanto le barriere culturali, sociali ed economiche che continuino a frapporsi a un’equa redistribuzione di oneri e riconoscimenti tra generi siano vissute con sofferenza dalle italiane. Il 28% delle intervistate (+31% rispetto agli uomini) indica come ragione di infelicità la debole posizione sul mercato del lavoro, con il persistente divario di redditi, ruoli, potere e più in generale di una cattiva integrazione nel mondo professionale. Sulla condizione femminile pesa il crescente conflitto tra la scolarizzazione sempre più alta, in genere con risultati superiori a quelli maschili, e la mancata valorizzazione delle competenze acquisite, così come la verificata impossibilità di seguire le proprie vocazioni (43%, +44% rispetto agli uomini).
LA FELICITA' È DIETRO L'ANGOLO, ECCO COSA RENDE FELICI LE DONNE: sebbene il quadro generale appaia poco confortante, la quotidianità delle italiane è ben lontana dall’essere una valle di lacrime. Assai più degli uomini (+79%), infatti, le donne identificano in caratteristiche personali o nella pratica di attività delle importanti fonti di gratificazione. Nella lunga lista riportata dall’Osservatorio tra quello che le rende felici, le intervistate indicano l'impegnarsi a fondo in quello che si fa (69%), l'essere affidabili e responsabili (74%) e anche la competenza in uno o più ambiti (65%). È fondamentale sentirsi stimate, riconosciute, valorizzate dagli altri (59%), essere capaci di raggiungere i propri obiettivi (65%) e voler cambiare, evolvere, migliorarsi (70%). In definitiva, dai dati raccolti dall’Osservatorio Sòno sulla felicità degli italiani, emerge chiaramente quanto il nostro Paese potrebbe essere più felice se alle donne fosse consentito di uscire dalle caselle in cui vengono ancora inquadrate e costrette.