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Mutui, l'allarme di Fabi: "Con il rialzo dei tassi il costo dei prestiti verso il 6%"

"E un regalo di Natale - tuona la Federazione dei bancari - che la Bce fa ai cittadini europei. Le inevitabili ricadute sulle rate incideranno sui comportamenti di famiglie e imprese"

Tgcom24

Non si frena la corsa dei mutui. Con il costo del denaro aumentato di mezzo punto percentuale al 2,5%, l'orizzonte del 6% per i prestiti  appare sempre più vicino. E' quanto indica un'analisi della Fabi. Dopo mesi di rialzi dei tassi, dunque,  la stretta finale della Banca centrale europea di questo fine 2022 è un "regalo di Natale - tuona la Federazione dei bancari - seppur da tempo atteso, che la Bce fa ai cittadini europei".

I mutui al 6% - Se i tassi medi si sono attestati, nel mese di ottobre, attorno a quota 3,2%, quando il costo del denaro era al 2%, sul mercato alcuni intermediari propongono, già oggi, mutui con interessi superiori al 5%. Con il costo del denaro aumentato di mezzo punto percentuale al 2,5%, l`orizzonte del 6% appare sempre più vicino. Nonostante non rappresenti uno shock per i consumatori, già in frenata con le spese e penalizzati da inflazione e bassa crescita, "la mossa della Banca centrale europea rappresenta non solo il pretesto per far meno ricorso al credito, ma anche la probabile causa di rimborsi sempre più difficili". E' l'analisi della Fabi, secondo cui non basterà alle banche avvantaggiarsi del rialzo dei tassi e ampliare l`offerta di prodotti finanziari diversi dai mutui perchè il destino di chi non fa in tempo a siglare una surroga o a rimborsare parzialmente il mutuo già in essere, è già segnato e si andrà a sommare all`ombra che incombe da mesi sui salari reali e sulle rate già in aumento di chi deve ripagare i propri debiti.

Stangata per le famiglie - Il costo più che quadruplicato dei mutui continua a intimorire famiglie e imprese da mesi, e, se la loro capacità finanziaria continua a essere sotto stress, le inevitabili ricadute su rate e nuovi prestiti non faranno che aumentare e indurre a ridisegnare i comportamenti di famiglie e imprese, innescando una condizione di insostenibilità che nuocerà non solo ai cittadini, ma a tutto il sistema. "La decisione della Banca centrale europea farà alzare i tassi di interesse sui mutui alle famiglie, ad eccezione di quelli a tasso fisso, già contratti con le banche". "Le famiglie italiane, comunque, non devono rinunciare al sogno della vita, l'acquisto della casa, perché quando i tassi d'interesse caleranno e diventeranno piu' favorevoli, sara' possibile estinguere il vecchio mutuo con uno nuovo più vantaggioso", afferma il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. "Per i giovani che vogliono acquistare casa - aggiunge - e' indispensabile che il governo rafforzi economicamente il Fondo statale di garanzia" .

I numeri dei prestiti per famiglie e imprese - Nel corso dell'ultimo quinquennio, i mutui ipotecari- scrive la Fabi nella sua analisi - sono risaliti di ben 46,1 miliardi (+12,2%) da 379,1 miliardi a 425,2 miliardi, il credito al consumo di 11,9 miliardi (+11,7%) da 102,5 miliardi a 114,4 miliardi mentre gli altri finanziamenti sono calati di 4,1 miliardi (-2,9%) da 144,7 miliardi a 140,5 miliardi. Per quanto riguarda le imprese, nello stesso periodo si è registrato una riduzione complessiva dei finanziamenti a due cifre e pari a 11,4 miliardi (1,7%) passando da 678,5 miliardi a 667 miliardi: tale decremento ha riguardato principalmente la componente dei prestiti di breve periodo per 65,8 miliardi (-30,3%), riduzione che non ha compensato la crescita registrata sul versante dei prestiti oltre i 5 anni, aumentati di 59,39 miliardi (19,9%). Sul versante dei prestiti a medio termine (fino a 5 anni), la riduzione è stata più contenuta ma ha comportato comunque una contrazione di ben 4,9 miliardi (-3,0%).

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