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Presidio per tutelare un settore che vale 2 miliardi di euro in Italia

Per Confindustria ANCMA e il mondo delle associazioni è miope tagliare i fondi per la costruzione di piste ciclabili di Antonio Angione

LʼItalia è il primo produttore di biciclette in Europa. Le sue 250 imprese producono infatti 3,2 milioni di modelli lʼanno, il 21% dellʼintera produzione europea, e generano un volume dʼaffari di circa 2 miliardi di euro. Siamo davanti alla Germania e nel mondo soltanto la Cina produce più biciclette di noi.

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Da un comparto così generoso ci si aspetterebbe che la politica prendesse a cuore le esigenze del settore, che sappiamo essere: favorire lʼuso della bicicletta, costruire piste ciclabili, assistere le aziende nellʼexport, tutelare la sicurezza dei ciclisti. E invece la politica che fa? Taglia i fondi per la realizzazione di piste ciclabili, come prospetta la legge di bilancio 2023 in discussione alle Camere. Una preoccupazione che ha indotto ANCMA, lʼassociazione di Confindustria che riunisce le aziende del ciclo, motociclo e accessori, a sostenere il Presidio di tante associazioni davanti al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, affinché la politica si interessi concretamente al comparto.

In Italia purtroppo si continua a considerare lʼautomobile il vanto della nostra manifattura meccanica, al di là delle crisi che ha attraversato negli ultimi decenni, trascurando le due ruote e i bisogni di chi con la bici ci vive. Nel vero senso della parola, perché vivono di biciclette i lavoratori delle fabbriche che le producono, i distributori (anche del ricco comparto accessori), quelli che in bici ci vanno al lavoro, o a scuola o a svolgere faccende varie. Ultimi, ma non gli ultimi, vivono di biciclette i ciclisti della domenica e i cicloturisti, cultori veri della salute e del benessere.

La bicicletta non è un vezzo ideologico ‒ ha affermato in una nota lʼ ANCMAe non è uno strumento politico da agitare in modo divisivo, ma rappresenta una soluzione per la mobilità. Per un settore che è unʼeccellenza riconosciuta nel mondo, sarebbe miope ridurre gli investimenti su sicurezza e infrastrutturazione ciclabile ‒ continua la nota dellʼANCMA ‒ e i benefici in termini di maggiore sostenibilità, salubrità, indotto legato al cicloturismo”.

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