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Ponte Morandi, nel crollo coinvolto un camion carico di hashish

Secondo quanto emerso dall'operazione "Blu notte" della Dda di Reggio Calabria, 'ndrangheta e camorra cercarono d'impadronirsene

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Nel crollo del ponte Morandi di Genova del 14 agosto 2018 era rimasto coinvolto anche un camion frigo carico di hashish che 'ndrangheta e camorra cercarono di recuperare. E' quanto emerge dalle pagine dell'ordinanza dell'operazione "Blu notte" della Dda di Reggio Calabria che ha portato all'arresto di 47 persone. Nelle intercettazioni due degli indagati parlano di come entrare in possesso del camion tramite agganci nel mondo del recupero dei rottami.

La conversazione intercettata dalle forze dell’ordine nel marzo 2020 è avvenuta tra il boss del clan Bellocco di Rosarno, Francesco Benito Palaia, e il suo braccio destro Rosario Caminiti. I due fanno riferimento al coinvolgimento nel crollo del ponte Morandi di un cargo frigo di colore giallo che vale milioni di euro appunto perché carico di 900 chili di droga, che secondo il gip erano destinato a "dei malavitosi campani".

Nelle intercettazioni si sente Palaia spiegare a Caminiti: "Allora, quando è crollato il ponte Morandi, se tu vai al primo video, è caduto un furgone. E' un cargo giallo, lo vedi benissimo perché è giallo, con una cella frigorifera, piccolino! Il piccolino! È caduto orizzontale. Come è caduto il ponte si è seduto, automaticamente gli è caduta una macchina di sopra".

E poi continua: "Insomma, dice che i neri lo sanno che si è perso… noi stiamo ancora comprando da loro. Io questi 900 chili glieli voglio fottere, dice, e tu hai la possibilità di prendertelo tutto… Gli ho chiesto in che senso. Io posso fare una cosa, gli ho detto, facciamo 50 e 50, io lo vendo e il 50% lo prendi tu, tanto tu non l'hai pagato".

Pelaia e Caminiti, secondo quanto riporta Il Corriere della Sera ingaggiati dai clan di Secondigliano e Scampia, avrebbero poi cercare di recuperare il camion, nel frattempo "spostato da Genova, prima a Latina e poi a Frosinone", per appropriarsi della sostanza stupefacente tramite agganci nella zona dei Castelli romani nel mondo del recupero dei rottami.

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