Niccolò Ciatti venne aggredito senza un motivo da Rassoul Bissoultanov una notte di agosto di 5 anni fa, in una discoteca a Lloret de Mar: oggi i giudici del tribunale di giustizia della Catalogna hanno confermato in appello la condanna a 15 anni di carcere per il 30enne ceceno. Una condanna che pesa sulla famiglia del 21enne toscano (il padre quando a luglio era stata emessa la sentenza di primo grado aveva attaccato: "Una vergogna, il minimo della pena").
Omicidio Ciatti e la fuga del ceceno dopo la condanna - Il 30enne Bissoultanov è latitante dallo scorso luglio, quando non si è presentato all'udienza di carcerazione. Ma i giudici della corte, tre donne, non hanno richiesto la presenza dell'imputato, scongiurando così il rischio dell'annullamento del procedimento.
Le richieste della difesa - Al processo di Barcellona l'avvocato Agnese Usai, legale della famiglia Ciatti, aveva insistito per un inasprimento della pena comminata in primo grado, mentre la difesa di Bissoultanov aveva chiesto la derubricazione dell'accusa da omicidio volontario a omicidio colposo. L'accusa aveva chiesto la conferma della sentenza emessa in primo grado dal tribunale di Girona.
L'aggressione violenta e senza motivo - Secondo quanto ricostruito fino a ora nel corso delle indagini e del processo già celebrato, Bissolultanov, esperto di arti marziali, in particolare del tipo di lotta chiamata Mma, la notte tra l'11 e il 12 agosto del 2017, sulla pista da ballo della discoteca St Trop, insieme a due connazionali, improvvisamente prese di mira senza alcuna ragione Niccolò Ciatti, che stava trascorrendo con i suoi amici l'ultima serata della vacanza in Costa Brava.
Bissoultanov, poco più grande di Niccolò, sferrò un violentissimo calcio alla testa del ragazzo di Scandicci, che non si rialzò più. Morì in ospedale alcune ore dopo.
Il fermo e il rilascio - I tre giovani ceceni vennero fermati, ma due vennero rilasciati subito, mentre solo Bissoultanov rimase in carcere da dove uscì dopo 4 anni, alla scadenza dei termini di carcerazione preventiva.
Il processo di primo grado - In primo grado è stato assolto uno dei tre ceceni, Movsar Magomadov, che stando all'accusa aveva preso parte attiva al pestaggio. Bissoultanov dopo la scarcerazione venne arrestato in Germania, su mandato di cattura internazionale, ed estradato in Italia. A dicembre la Corte d'assise di Roma lo ha scarcerato e Bissoultanov successivamente si è costituito in Spagna per poi rendersi nuovamente latitante.
Il processo in Italia - Nel frattempo la Cassazione ha annullato l'ordinanza di scarcerazione che aveva emesso la Corte d'assise di Roma. Anche in Italia, davanti ai giudici del tribunale di Roma si sta tenendo il processo di primo grado a carico del ceceno. Alla fine dei due procedimenti dovrebbe prevalere quello che arriverà per primo alla sentenza definitiva.