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Claudio Campiti, chi è il killer della sparatoria di Fidene (Roma) 

Simboli e immagini nazifasciste sul profilo Facebook dell'uomo, che abitava in una casa senza acqua e senza luce. Campiti aveva perso un figlio adolescente in un incidente in montagna

Sparatoria Fidene, il killer è il 57enne Claudio Campiti

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Immagini tratte dal profilo Facebook di Campiti
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Claudio Campiti, il 57enne originario di Ladispoli autore della sparatoria durante una riunione di condominio a Fidene (Roma), è descritto dai testimoni come un uomo che viveva in uno stato di profonda debolezza. Secondo quanto raccontato, Campiti abitava in una casa senza acqua e senza luce ed era stato protagonista di una serie di denunce e persino di minacce nei confronti di bambini. "Aveva avuto problematiche - spiega una testimone - non so se era instabile".

Il killer sul suo blog: "Mi tengono al buio, si spara meglio" - Sul suo blog dedicato proprio al consorzio Valle Verde l'uomo aveva scritto, il 2 novembre 2021: "Benvenuti all'inferno, qui con il codice penale lo Stato ci va al cesso, denunciare è tempo perso, so' tutti ladri". Il post continua con un lunghissimo elenco di accuse agli altri consorziati, riferimenti a presunte "mafie" e passaggi inquietanti come "Mi stanno tenendo senza pubblica illuminazione, si sa al buio si vede meno e si può sparare in tranquillità". In passato c'erano state denunce incrociate tra Campiti e il Consorzio e, nel suo blog, l'uomo raccontava il suo rapporto conflittuale con la struttura del Lago di Turano. 

Fidene (Roma), spari durante la riunione di condominio: chi sono le vittime

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Elisabetta Silenzi (55 anni) era nata a Roma il 24 marzo del 1967 e viveva ad Ariccia  
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Nicoletta Golisano, 50 anni, nata a Civitavecchia, viveva nel Consorzio Valle Verde di Ascrea, in provincia di Rieti. Lavorava come commercialista a Roma.
Tre donne morte, quattro feriti di cui una donna gravissima. Tutti legati al quel Consorzio Valleverde che Claudio Campiti, l'uomo fermato per la strage di Roma, considerava il suo nemico e contro il quale non s'è fatto scrupolo ad aprire il fuoco. A morire sono state Elisabetta Silenzi, 55 anni, la segretaria contabile del Consorzio; la consigliera Sabina Sperandio, di 71 anni, "una persona carissima, tranquilla, una pensionata - la racconta un parente. - Una donna tranquilla che non aveva mai menzionato problemi del consorzio". E poi Nicoletta Golisano, 50 anni, revisore dei conti, che conosceva il presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Sempre nel lungo post infatti si fa più volte riferimento a minacce di "schioppettate" per chi non rispetta le regole del comprensorio che gli sarebbero state rivolte da personaggi - Campiti fa nomi e cognomi - riferibili al Consorzio. Il senso generale del messaggio sembra una sorta di lungo atto d'accusa nei confronti della gestione del Valleverde, definito più volte una "associazione a delinquere" di cui fanno parte, scrive, "i Comuni di Ascrea e Rocca Sinibalda, insieme con Prefettura e Procura di Rieti, che hanno legalizzato il pagamento del pizzo esigendo le quote consortili che tra parte ordinaria e straordinaria sono anche esose".  

Simboli del nazifascismo sul profilo Facebook - Una medaglia con un fascio littorio e il motto fascista "Molti nemici molto onore", "soldatini" con le fattezze di Hitler e Mussolini, con decine di foto di quelle che sembrano gite domenicali a Roma, a Villa Adriana di Tivoli tra gli altri sono tra le immagini che si vedono sul profilo Facebook di Campiti. 

Il killer aveva perso un figlio adolescente - Campiti aveva perso il figlio 14enne, Romano, in un incidente in slittino nel 2012 a Sesto (Bolzano) e il tribunale aveva condannato un maestro di sci e due responsabili del centro sciistico nel 2016. Nel 2017 la Corte d'appello aveva confermato la sentenza e il risarcimento di 240mila euro per la famiglia. Erano stati condannati a un anno e tre mesi il maestro di sci Alessio Talamini, il direttore del centro sciistico di Sesto-Croda Mark Winkler e l'addetto alla sicurezza Rudolf Egarter. Nelle zone del Reatino dove Campiti risiedeva la storia era nota e c'è chi aveva notato nell'uomo, da quell'episodio in poi, un netto cambiamento nell'atteggiamento e nel carattere. 

Il blog e le denunce - Nel passato c'erano state denunce incrociate tra Campiti e il Consorzio Valle Verde. L'uomo utilizzava anche un blog in cui raccontava del suo rapporto conflittuale con la struttura del Lago di Turano.  

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