Iran, Ong: sono 11 i condannati a morte per le proteste
"Altre decine di persone rischiano la pena capitale". L'esecuzione del 23enne Mohsen Shekar, intanto, ha provocato reazioni in tutto il mondo
Sono 11 le persone condannate a morte in Iran dopo essere state arrestate durante le proteste che si susseguono da quasi tre mesi nel Paese. Lo denuncia l'Ong 'Iran Human Rights', con sede a Oslo, aggiornando il bilancio della repressione delle manifestazioni ad almeno 458 morti, fra cui 63 bambini e 29 donne. L'Ong fa sapere anche che "altre decine di persone rischiano attualmente la pena capitale", che "la Repubblica Islamica ha intenzionalmente nascosto i nomi dei manifestanti con condanne a morte confermate" e che "gli imputati non hanno accesso ai loro avvocati" e non possono avere contatti con i familiari.
L'Ong: "Altre decine di persone rischiano la pena capitale" - "Altre decine di persone rischiano attualmente la pena di morte, con molti casi non confermati che circolano sui social media", afferma l'Iran Human Rights', facendo sapere che alcune delle condanne alla pena capitale emesse riguardano l'uccisione di un ufficiale delle Guardie della rivoluzione durante disordini avvenuti a Karaj il 3 novembre, quando manifestanti stavano commemorando un altro dimostrante ucciso e sono stati attaccati dalle forze di sicurezza.
Forti reazioni politiche in tutto il mondo - L'esecuzione della pena capitale per il primo manifestante condannato, Mohsen Shekar, eseguita giovedì per impiccagione, ha provocato forti reazioni dagli esponenti politici in tutto il mondo. Il 23enne è stato condannato a morte per aver ferito un agente della sicurezza con un coltello e aver bloccato una strada nella capitale Teheran. Tra le prese di posizione, quella del premier Giorgia Meloni, che in una nota ufficiale ha affermato: "Il governo italiano è indignato di fronte alla condanna a morte di Moshen Shekari, giovane che si era unito alle manifestazioni per la libertà in Iran. Questa inaccettabile repressione da parte delle autorità iraniane non può lasciare indifferente la comunità internazionale, e non potrà fermare la richiesta di vita e libertà che viene dalle donne e dai giovani iraniani".
Il governo tedesco convoca l'ambasciatore iraniano - Il ministero degli Esteri tedesco ha convocato l'ambasciatore iraniano, dopo l'esecuzione di Shekar. Lo ha reso noto una fonte del governo a Berlino. In precedenza la ministra Annalena Baerbock aveva affermato che "il disprezzo del regime iraniano per l'umanità non conosce limiti".
Le proteste scoppiate dopo la morte di Mahsa Amini - In Iran le proteste sono scoppiate dopo la morte della giovane curda iraniana di 22 anni Mahsa Amini, risalente al 16 settembre. Finora, secondo il sito Iran International, circa 500 civili sono stati uccisi dalle forze di sicurezza e almeno 18mila sono stati arrestati. Molti di questi sono stati rilasciati, ma circa 1.500 devono affrontare accuse penali. Amnesty International ha affermato che le autorità iraniane chiedono la pena di morte per almeno 21 persone per "processi fittizi progettati per intimidire coloro che partecipano alla rivolta popolare che ha scosso l'Iran".
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