A TEATRO

Euridice Axen è Moana Pozzi: "Con lei denuncio la vera pornografia dei nostri tempi"

L'attrice è protagonista di "Settimo Senso. Moana Pozzi", un monologo in cui interpreta la diva dell'hard per parlare dei mali del nostro tempo. Tgcom24 ne ha parlato con lei

di Massimo Longoni

© Tommaso Le Pera

Euridice Axen è la protagonista di "Settimo Senso. Moana Pozzi", che arriva al teatro Franco Parenti di Milano dal 13 al 18 dicembre. Un monologo spiazzante che, attraverso le parole della pornostar italiana diventata una diva tra gli anni 80 e 90, mette in scena il concetto di verità al di là delle apparenze, al di là di bugie, manipolazioni e distorsioni della realtà di cui si nutre l’immaginario collettivo. Dalle parole di Moana, una rifessione attorno all’utilizzo dei termini "pornografia" e "osceno". "La vera pornografia non è quella di Moana, ma sta nel non rivelare la volgarità - spiega Euridice Axen -. Se la riveli già non è più volgare. Ci riferiamo alla politica, alle menzogne, ma anche nel privato, l’ipocrisia e il falso buonismo".

Euridice Axen è dunque la protagonista di questo monologo che dopo il successo di Napoli approda a Milano, mentre a gennaio, dal 18 al 22, sarà al Parioli di Roma. Si tratta di un immaginario dialogo tra una donna e un uomo. Lo stupore deflagra quando l’uomo si accorge che la presenza femminile è in tutto e per tutto uguale a Moana Pozzi. Lei coglie la sua sorpresa e gli parla. Lo irretisce in un dialogo misterioso ed enuncia la sua idea di pornografia, lanciando, provocatorie affermazioni contro il potere, la politica, l’arrivismo. Il dialogo diventa serrato e seduttivo.  La donna spiazza lo scrittore dicendogli che lui sta sicuramente progettando di scrivere un articolo-rivelazione sulla falsa morte di Moana Pozzi. Gli propone un affascinante gioco notturno e gli spiega che lui avrà una notte per decidere se corteggiarla o tradirla con uno scoop giornalistico. "Oggi il mondo è sempre pieno di schifezze, nonostante proviamo a raccontarcela con scemenze tipo "la pandemia ci renderà migliori" - spiega l'attrice -. Abbiamo scelto una pornostar per raccontare la pornografia. E l'abbiamo presa come manifesto contro la vera pornografia, che non era quella che faceva lei. La vera pornografia sta nel non rivelare la volgarità. Se la riveli già non è più volgare. Ci riferiamo alla politica, alle menzogne, ma anche nel privato, l’ipocrisia e il falso buonismo". 

Sono i mali del nostro tempo?

Fatico in un mondo così. Ho altri miliardi di difetti, ma non questi Mi fa davvero orrore questa falsità, il menefreghismo mascherato da interesse. Quando mi hanno proposto questo personaggio ho detto "cazzo sì!". Per me andare in scena è come manifestare, recitare è una sorta di comizio.

Conoscevi il personaggio Moana già prima di avvicinarti a lei per lo spettacolo?

L’amavo da sempre. Ho visto tempo fa uno speciale su di lei e ho pensato che dovesse essere raccontata. Ma non pensavo di doverlo fare io. Così quando poi mi hanno chiamata e proposto questo ruolo mi è sembrato quasi un segno del destino. Poi ho avuto un rapporto meraviglioso con la regista. E' quasi inquietante come sia stato facile lavorare insieme, quasi una cosa un po' mistica. Ci siamo divertite veramente a prendere questo bellissimo testo di Ruggiero Cappuccio e a trasformarlo in qualcosa di teatrale e meno letterario.

Moana Pozzi è sempre stata molto apprezzata dalle donne. Secondo te come mai?

Perché era una donna molto intelligente, sapeva parlare, aveva sempre la risposta giusta. Non riuscivi mai a coglierla in fallo. Ricordo un'intervista in cui le chiesero se avrebbe avuto figli e lei rispose di no, perché faceva "un lavoro troppo distante". Ora si può discutere su questa cosa però una risposta del genere piace molto alle donne. E poi non era volgare. Le donne non vedevano in lei una rivale, ma qualcuna da emulare in qualche modo. Un momento molto bello del mio spettacolo è quando a un certo punto scendo tra il pubblico: le donne sono tutte sorridenti, partecipi, mentre gli uomini si ritraggono, vorrebbero sparire nelle poltrone, terrorizzati. 

Qual è stata la cosa più difficile per entrare in questo ruolo?

Il vestito! Sono strizzata in questo splendido abito con un corpetto stile corte di Luigi XIV. E' davvero bello ma quando l'ho visto la prima volta mi sono chiesta se sarei riuscita a respirare... 

Il pubblico di questo spettacolo è più maschile o femminile?

In realtà ho visto tante coppie, chissà, magari vengono a prendere qualche spunto... Quando abbiamo fatto delle pomeridiane, con un pubblico diciamo... un po' più adulto, è stato belle vedere le reazioni: sono immobili, non capiscono. Il testo va seguito, non è semplicissimo. Poi ci sono i giovani che urlano. 

E' vero che a casa tua hai un manifesto con la scritta "Io guardo i porno"?

Assolutamente sì, me lo ha segnalato un mio amico fotografo che quando lo ha visto mi ha detto "questo è proprio per te". La trovo una provocazione meravigliosa, mi diverte tantissimo vedere la reazione di quelli che vengono a casa mia e si trovano di fronte a quel poster, soprattutto estranei, persone che vengono magari a fare dei lavori. Abbassano lo sguardo e tirano dritto! 

Cosa fa paura di una donna che parla di pornografia?

Sicuramente destabilizza l'uomo, è come se si sentisse scoperto. Capiscono che tu sai cosa guardano loro, si trovano indifesi in un territorio che pensavano essere completamente maschile. E poi non credo che anche tra uomini si parli così tanto o si condividano i propri gusti su queste cose. Comunque viene vissuta ancora come un qualcosa che si fa ma non si dice. 

Qual è la cosa più pornografica al giorno d'oggi? 

Come detto per quanto mi riguarda è il menefreghismo. E poi quell'egocentrismo che diventa egotismo, il volere avere ragione su tutto, sentirsi superiori al resto del mondo. 

Un atteggiamento che forse è sempre esistito ma i social hanno portato alla luce in maniera prepotente.

Non saprei dire se i social tirano fuori la vera essenza delle persone o in qualche modo la modificano. E se fosse il contrario? Non mi sono fatta ancora un'idea precisa.

Cosa c'è di Euridice Axen in quella Moana che vediamo in scena?

In quella Moana c'è la rabbia, il mio modo di provocare, che mi diverte molto, cercando di portare il discorso da una parte per poi virare improvvisamente.  

E invece cosa c'è di Moana nella Euridice di tutti i giorni?

Ma niente! E' tutta una tristezza! C'è solo un manifesto in camera da letto, sono tutta fumo e niente arrosto. Nemmeno i capelli sono uguali perché porto la parrucca, il vestito mi sta scomodo... Non abbiamo in comune nemmeno il segno zodiacale. Forse i gusti a tavola... chissà se anche Moana amava i tortellini!