Non risultano regolari le "stazioni segrete" di polizia cinesi presenti nel nostro Paese. Lo ha rifertio Matteo Piantedosi, parlando alla Camera, sottolineando che è in corso un'inchiesta. "Presso il Dipartimento della pubblica sicurezza non c'è alcuna autorizzazione in ordine all'attività di centri cinesi per il disbrigo di pratiche in Italia. Assicuro che le forze di polizia, insieme all'intelligence, attueranno un monitoraggio con la massima attenzione, io lo seguirò personalmente e non escludo provvedimenti sanzionatori in caso di illegalità riscontrate".
Era stato il rapporto di Safeguard Defenders, un'Ong basata a Madrid, a riferire di una rete di centri di polizia cinesi in diversi Paesi: 11 sarebbero ospitati dall'Italia. Il loro scopo sarebbe quello di sorvegliare i connazionali presenti all'estero. La rete si comporrebbe di oltre 100 unità in almeno 53 Paesi sparsi nel mondo. Questa vicenda, ha premesso il ministro, "non ha alcuna attinenza con gli accordi di cooperazione di polizia ed i pattugliamenti congiunti tra Italia e Cina che si sono svolti dal 2016 al 2019".
"Riguardo all'apertura a Prato di una presunta stazione di polizia cinese - ha riferito Piantedosi - la polizia ha immediatamente avviato accertamenti, dai quali è emerso che lo scorso marzo un'associazione culturale cinese ha aperto una sorta di sportello per il disbrigo di pratiche amministrative rivolto ai connazionali in Italia, nonché un servizio per il rinnovo di patenti cinesi e per le successioni. Ad oggi risulta che il centro non fornisca più questi servizi verso i quali c'è stato peraltro uno scarso interesse, essendo pervenute solo 4 richieste".
"Il 16 novembre - ha proseguito il titolare del Viminale - presso il Dipartimento di pubblica sicurezza si è svolto un incontro con l'ufficiale di collegamento della Repubblica cinese che ha confermato quanto dichiarato dai responsabili dell'associazione. In ogni caso - ha aggiunto - la Digos ha informata l'autorità giudiziaria degli elementi acquisiti". Saranno fatti, ha detto ancora il ministro, "approfondimenti su altre città. Al momento non risultano casi analoghi a quello di Prato a Firenze, Roma, Venezia e Bolzano. Solo a Milano c'è un'associazione che svolge attività di disbrigo pratiche amministrative e sono in corso approfondimenti".
Anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è interventua sulla questione. "Sono profondamente preoccupata da queste notizie sulle stazioni di polizia cinese presenti sotto copertura sul territorio dell'Unione. La Commissione condanna qualunque interferenza sul territorio sovrano degli Stati membri della Ue", ha dichiarato.
"Se si dimostrerà che queste notizie sono veritiere, per noi sarebbe inaccettabile il fatto che un qualunque Paese terzo eserciti qualunque forma di giurisdizione extraterritoriale nel territorio di Stati membri dell'Unione europea senza l'accordo di questi ultimi", ha aggiunto la von der Leyen, annunciando di aver chiesto alla commissaria agli Affari Interni, Ylva Johansson di portare il dossier alla riunione dei ministri dell'Interno europei.