Il conflitto tra Sony e Microsoft in merito all'acquisizione di Activision Blizzard continua: mentre si attende il riscontro definitivo dei maggiori enti antitrust globali, la casa americana ha ufficializzato una mossa che potrebbe rappresentare la proverbiale "svolta" per raggiungere la conclusione dell'affare. Il responsabile di Microsoft Gaming, Phil Spencer, ha svelato infatti di aver ottenuto un accordo decennale con Nintendo per pubblicare la saga di Call of Duty sulle piattaforme della casa di Kyoto.
Si tratta dello stesso accordo proposto qualche giorno fa da Microsoft alla rivale Sony, che per prima si è opposta alla possibile acquisizione del gruppo Activision Blizzard King da parte del colosso di Redmond, preoccupata che prodotti come Diablo, Overwatch e lo stesso Call of Duty possano prima o poi sparire dal catalogo PlayStation.
Nell'ottica di concretizzare ciò che finora sono state delle semplici dichiarazioni d'intenti, Microsoft ha proposto a Nintendo un accordo per assicurare il ritorno della saga di Call of Duty sulle sue console per i prossimi dieci anni, un'offerta che l'azienda giapponese ha accettato ben volentieri considerato che l'ultimo episodio della saga ad aver visto la luce sulle sue console è stato Call of Duty: Ghosts, che nel 2013 fu lanciato sulla sfortunata Wii U.
Da allora, nessun episodio (principale o spin-off) di Call of Duty è più approdato su una console del marchio giapponese, e con questo accordo Microsoft intende dimostrare a Sony (e, in particolare, agli enti antitrust ancora scettici sulle intenzioni della società guidata da Satya Nadella e lo stesso Phil Spencer) che non intende rendere la saga un'esclusiva per il suo ecosistema Xbox, ma di sfruttare la popolarità del franchise per distribuirlo su quante più piattaforme possibili. Non stupisce, in tal senso, la decisione di mantenere i prossimi episodi di Call of Duty su Steam una volta portata a termine l'acquisizione.
Microsoft, insomma, intende trattare Call of Duty esattamente come Minecraft, il sandbox di Mojang che nonostante l'acquisizione avvenuta nel 2014, resta accessibile su qualsiasi piattaforma esistente ormai da anni. Nell'annunciare l'accordo con Nintendo, Microsoft ha citato pubblicamente Sony invitandola ad accettare le medesime condizioni proposte da Spencer a Nintendo: nel caso in cui il gigante nipponico non dovesse accettare, si tratterebbe di un importante segnale che spingerebbe gli enti antitrust a valutare diversamente le preoccupazioni riportate da Sony nel tentativo di bloccare l'accordo.
C'è tempo fino al mese di aprile 2023, per gli enti che stanno valutando l'acquisizione, per una decisione definitiva: l'impressione è che, dopo questa mossa, Microsoft sia più vicina a finalizzare la trattativa da 68,7 miliardi di dollari che porterebbe decine di software house e proprietà intellettuali tra le fila di Xbox Game Studios.