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Iran, giovane ucciso perché festeggiava la sconfitta ai Mondiali: arrestato il capo della polizia | Studenti protestano in tutto il Paese: scontri e arresti

Intanto su Change.org, arriva una petizione che chiede di liberare un'allenatrice di pallavolo, madre di tre bambini, arrestata a Pakdasht da oltre un mese. Prosegue anche lo sciopero dei negozianti

Proseguono le tensioni in Iran. Mentre il capo delle forze di polizia di Anzali è stato arrestato in relazione all'omicidio del 27enne Mehran Samak, ucciso da un proiettile alla testa il 29 novembre (il giovane si trovava in strada per festeggiare la sconfitta della squadra della Repubblica Islamica contro gli Usa ai Mondiali di Qatar), gli studenti universitari protestano in tutto il Paese. Sui social network rimbalzano le immagini delle manifestazioni, e degli scontri tra le forze di sicurezza e i dimostranti. Tre studenti dell'Università Khwaja Nasiruddin Tusi sono stati arrestati.

Ancora proteste degli studenti: scontri e arresti - Foto e video pubblicati sui social mostrano attacchi da parte delle forze di sicurezza e "un certo numero di persone colpite e sanguinanti", riferisono i media locali. Secondo il canale Student Trade Union Council, presso l'ateneo di Teheran gli studenti sono stati "attaccati dalle forze di sicurezza guidate da Hossein Izdiyar" e un giovane di nome Mohammad Shabaati è stato "rapito dalle forze di sicurezza". Tre studenti dell'Università Khwaja Nasiruddin Tusi sono stati arrestati.

Via alla petizione per liberare Fahimeh Karimi - Intanto, su Change.org, arriva una petizione che chiede all'Iran di liberare Fahimeh Karimi, allenatrice di pallavolo, madre di tre bambini piccoli, arrestata a Pakdasht, nella provincia di Teheran, oltre un mese e mezzo fa. L’accusa sarebbe quella di aver sferrato dei calci a un paramilitare in una delle manifestazioni che hanno fatto seguito alla morte di Mahsa Amini, la giovane di 22 anni presa in custodia dalla polizia morale iraniana, il 16 settembre scorso, per via di una ciocca di capelli che sfuggiva al suo hijab.Karimi è stata prima detenuta nella prigione di Evin, poi trasferita in quella di Khorin.

I sottoscrittori di questo appello chiedono il rispetto dei diritti di tutti coloro che da giorni manifestano pacificamente e che nonostante questo vengono brutalmente repressi e ingiustamente arrestati. In particolare, chiediamo la decadenza immediata delle accuse e il rilascio incondizionato di Fahimeh Karimi. "La pena che le è stata inflitta è umanamente, moralmente e giuridicamente inaccettabile - si legge - . Oltre tutto non c’è evidenza di nessun regolare processo a suo carico e dunque, in attesa della sua scarcerazione, deve esserle assicurato un contatto costante con la sua famiglia e con un avvocato da lei scelto liberamente.Il rispetto dei diritti umani appare in questo momento gravemente violato dalla Repubblica islamica dell’Iran. Italia e Unione europea non possono voltarsi dall’altra parte, ma devono esercitare continue e crescenti pressioni per garantire la salvezza e l’incolumità delle migliaia di arrestati nelle proteste di piazza".

L'ex presidente iraniano Mohammad Khatami ha lodato i manifestanti antigovernativi -  In un raro commento pubblico, l'ex presidente iraniano  ha lodato i manifestanti antigovernativi e sollecitato le autorità a dare ascolto alle loro richieste "prima che sia troppo tardi". Khatami, 79 anni, ha detto che il "bellissimo slogan" di "donna, vita, libertà" ha mostrato che la società iraniana si sta muovendo verso un futuro migliore, e ha criticato gli arresti di studenti durante la repressione delle proteste da parte delle forze di sicurezza. Khatami,  un riformista che è stato presidente per due mandati tra il 1997 e il 2005, ha elogiato nella sua dichiarazione quello che ha definito il coinvolgimento "forse senza precedenti"  di studenti e professori nelle proteste e ha criticato le punizioni e le restrizioni che hanno subito e provocato centinaia di vittime. 
"Non dovrebbe essere consentito che la libertà e la sicurezza siano poste in opposizione l'una all'altra, e che di conseguenza la libertà sia calpestata con il pretesto di mantenere la sicurezza, o che la sicurezza... sia ignorata in nome della liberta'", ha affermato. Rivolgendosi direttamente al governo di Raisi, l'ex presidente riformista ha quindi aggiunto: "Consiglio ai funzionari di apprezzare questa presenza e, invece di trattarla ingiustamente, tendere loro una mano e, con il loro aiuto, riconoscere gli aspetti sbagliati della governance e muoversi verso una buona governance prima che sia troppo tardi". 

Terzo giorno di scioperi -  Prosegue lo sciopero dei negozianti che tengono le serrande abbassate in segno di protesta dopo la morte a settembre della giovane curda Mahsa Amini mentre era sotto la custodia della polizia morale e la repressione nelle manifestazioni che sono seguite. La magistratura iraniana sta sigillando negozi e imprese che aderiscono allo sciopero e la polizia esegue arresti tra chi protesta. La serrata intanto si è estesa a 40 città iraniane, tra cui la capitale. Il sindaco di Teheran Alireza Zakani ha accusato gli studenti dell'Università Sharif che manifestano di essere "traditori".

Proteste in Iran, virale sui social il "bacio rivoluzionario" di due ragazzi

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Un ragazzo e una ragazza, mano nella mano, in mezzo a una strada trafficata. Lei senza velo, il volto immerso in quello di lui per un bacio che fa la rivoluzione in Iran. E' il "bacio di Shiraz", l'immagine diventata virale sui social media che racconta la voglia di libertà dei giovani iraniani, principali protagonisti delle proteste contro il governo di Teheran per la morte di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda deceduta due mesi fa dopo essere stata arrestata perché non portava il velo in modo corretto. Secondo gli utenti sui social, la foto - di cui non si conosce l'autore - sarebbe stata scattata il 15 novembre su una strada trafficata di Shiraz. Lo scatto è già diventato il simbolo della rivoluzione nel Paese, dove anche un bacio in pubblico è "contro la morale" ed è proibito. Un modo per "celebrare la vita", scrive qualcuno su Twitter, mentre in Iran continua la repressione e si muore per per chiedere libertà e diritti.

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