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Centipede: la storia dei vermoni spaziali di Atari

Nel 1981 l'azienda statunitense scatenava nelle sale giochi i suoi centopiedi

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In questa rubrica abbiamo già parlato dei cinquant’anni di Atari, un compleanno ben celebrato dalla storica società (recentemente tornata in piena attività) grazie alla bella raccolta celebrativa Atari 50: The Anniversary Celebration, disponibile su PC e console. Perché non continuare a ricordare qualche momento storico di uno dei marchi più importanti del settore ripescando uno dei suoi videogame arcade più famosi?

Correva l’anno 1981 e le sale giochi ancora pullulavano di cloni di Space Invaders: il successo dello sparatutto spaziale di Taito (classe 1979) infatti non stava scemando e praticamente ogni software house dell’epoca cercava di dire la sua con un gioco per lo meno un po’ simile, persino Nintendo col fallimentare - e ogni praticamente sconosciuto - Radar Scope.

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L’idea resta quella di un’astronave che deve ripulire lo schermo dai nemici, il problema consiste semplicemente nel declinare questa formula in qualcosa che sia al tempo stesso familiare per i giocatori ma un po’ innovativo: per fortuna di Atari ci pensano Dona Bailey ed Ed Logg, rispettivamente programmatrice e game designer. Bailey, in particolare, voleva realizzare un gioco che risultasse intrigante per un pubblico femminile, all’epoca distante dal mondo dei videogame, e per farlo pensò di adottare uno stile grafico più colorato, con tinte color pastello.

Nasce così l’idea di uno sparatutto ambientato in una sorta di giardino spaziale, con funghi e ovviamente insetti da eliminare. L’idea per concludere questo scenario vincente arriva con l’introduzione del nemico principale, quel " Centipede" che avrebbe dato il titolo al gioco, un centopiedi che dalla parte superiore dello schermo si muove a zig-zag nel tentativo di raggiungere l’astronave del giocatore - denominata Bug Buster - posta sul fondo.

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Da eliminare pezzo dopo pezzo, il centopiedi può addirittura venire separato in più sezioni che vivono di vita propria, generando ciascuna una testa e portando così l’assalto al giocatore da più fronti. Un’idea particolare e ben implementata che rende l’azione in Centipede sicuramente più interessante rispetto all’ennesimo clone di Space Invaders. Oltre al centopiedi troviamo altri insetti impegnati a rendere difficile la vita del giocatore, come scorpioni e ragni. Da notare che alcuni di questi modificano anche l’area di gioco, rendendo velenosi i funghi presenti e avvelenando così anche il centopiedi, che all’occorrenza cambia atteggiamento diventando più aggressivo.

Una serie di novità certamente intriganti a cui si unisce un sistema di controllo che, tramite trackball, consente anche un minimo di spostamenti verticali (fondamentali quando il centopiedi arriva sul fondo dello schermo) e un metodo di calcolo del punteggio abbastanza articolato, che premia i giocatori più abili e audaci lanciandoli a caccia degli high-score.

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Centipede è un grande successo in sala giochi e riesce inoltre effettivamente a risultare interessante anche per il pubblico femminile, almeno secondo report dei primi anni ‘80 che analizzavano la demografia del primitivo popolo dei videogiocatori. Non stupisce dunque che Atari voglia cavalcare l’onda dei suoi insetti spaziali producendo immediatamente un seguito, Millipede, pubblicato nel 1982 con la sua bella manciata di novità, mentre l’originale Centipede viene convertito per una nutrita schiera di sistemi da casa come Atari 2600, Commodore 64 e Intellivision.

Da notare che su gran parte delle copertine al posto dell’astronave troviamo solitamente una sorta di folletto armato di bacchetta magica, sicuramente una scelta più a "tema" con il concetto di una sorta di giardino incantato. Da allora il centopiedi di Atari è più volte tornato sotto la luce dei riflettori, ad esempio con Centipede: Infestation per Nintendo 3DS o con l’ottimo e recente Centipede: Recharged, recentemente pubblicato su PC e console "moderne", ottimo modo per assaporare il classico gameplay dello storico sparatutto senza rinunciare a qualche gradito ammodernamento.

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