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Esami 2023, le prove Invalsi sono requisito di ammissione. Una novità? No, è semplicemente la legge in vigore

Una lettera del Presidente dell’Istituto INVALSI, che ricorda alle scuole che le prove saranno obbligatorie per accedere agli esami di Maturità e di Terza media del 2023, sta facendo montare la protesta degli studenti

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Le prove Invalsi come requisito per l’ammissione ai prossimi esami di fine ciclo, ovvero Maturità e Terza Media. Tradotto: tutti gli studenti che vorranno sostenere le prove finali delle scuole medie e superiori, dovranno averle svolte obbligatoriamente. Il risultato, è bene precisare, non avrà comunque influenza sull’esito degli scrutini. A ricordarlo una lettera recapitata a fine ottobre ai dirigenti scolastici interessati, inviata direttamente dal Presidente dell’Istituto Invalsi, Roberto Ricci, che invitava i presidi a registrare le loro scuole alle prossime rilevazioni, per permettere a licenziandi e maturandi di avere le carte in regola. Solo ora, però, si è improvvisamente acceso il faro su una questione che però, in teoria, non è una novità: è solo la normativa attualmente vigente, più volte prorogata anche a causa dell’emergenza, che può finalmente essere applicata. A fare un po’ di chiarezza sulla questione è il portale Skuola.net.

Studenti in protesta per le prove Invalsi obbligatorie

Una notizia non notizia, dunque, che ha comunque innescato la rivolta delle “associazioni di categoria”: “Nonostante le numerose proteste dello scorso anno, per un esame di Stato meno nozionistico, frontale e performativo - accusa Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell’Unione degli studenti - il Ministro continua sulla strada della disintermediazione con gli studenti, riportando l’obbligatorietà delle prove Invalsi per l’accesso all’esame”.

Le prove Invalsi, si associa Alice Beccari, sempre dell’Unione degli Studenti, sarebbero “uno strumento per valutare gli studenti dividendoli in aree, come se fossero dei numeri da controllare e da esaminare. Tutto ciò attraverso domande fatte di mere nozioni incapaci di rendersi uno strumento utile di crescita e di formazione per gli studenti. Nuovamente, gli studenti non vengono ascoltati su decisioni che riguardano la loro formazione e il loro futuro”.

Prove Invalsi obbligatorie? Lo dice la legge (del 2017)

L’Istituto Invalsi, dal canto suo, risponde alle polemiche di questi giorni tenendo a sottolineare “la natura meramente tecnica della comunicazione, che non coinvolge in alcun modo le decisioni di competenza del Ministero dell’Istruzione e del Merito”. Lo richiede la legge. Ricordando, con l’occasione, che una decisione in tal senso non sarebbe né illegittima né così estemporanea.

Perché, come detto, lo stupore degli studenti dovrebbe essere piuttosto limitato. Le prove Invalsi, in un certo senso, erano già obbligatorie. Lo aveva previsto l’ultima riforma organica degli esami di fine ciclo, datata aprile 2017 (il D.Lgs 62/2017). Solo che poi, per una serie di circostanze, compresa la pandemia, il sistema non è mai entrato pienamente a regime. Nel 2019, anno di debutto della nuova formula, sia gli Invalsi sia l’alternanza scuola-lavoro (oggi PCTO) furono condonati, eliminandoli dalla lista dei requisiti per l’accesso alle prove.

Poi è arrivato il Covid e, nel 2020 e 2021, le difficoltà che stava affrontando il mondo della scuola, oltre a un esame ridotto (con solamente la prova orale), portarono a un nuovo stop per l’entrata in funzione del sistema. Lo stesso è accaduto nel 2022 quando, nonostante l’emergenza fosse nella sua fase conclusiva, si è pensato di reintrodurre le prove scritte ma di lasciare ancora ai box i requisiti di ammissione accessori.

L’ultima parola all’ordinanza di Valditara e al Parlamento

Ora, però, l’indirizzo del nuovo ministro dell’Istruzione, Luigi Valditara, sembra quello di tornare definitivamente alla normalità già con la prossima tornata di esami. Anche se il responsabile di Viale Trastevere non si è ancora sbilanciato sulle precise modalità di svolgimento delle prove di terza media e di maturità, ha lasciato intendere che vorrebbe, nel 2023, proporre delle verifiche quanto più complete.

Tuttavia, in questa partita avrà un ruolo fondamentale anche il Parlamento: infatti il Ministro, con la tradizionale ordinanza che regola il funzionamento degli esami, non ha il potere di intervenire da solo su questo aspetto. A meno che il Parlamento non gli dia un mandato specifico, come accaduto ai suoi predecessori Azzolina e Bianchi durante lo stato di emergenza.

Nel dubbio su quello che poi effettivamente accadrà, è bene però che le ragazze e i ragazzi inizino a metabolizzare la cosa. Preparandosi in anticipo per l’appuntamento. Il calendario delle prove, quello sì, è già stato ufficializzato: gli studenti di terza media affronteranno gli Invalsi tra il 3 e il 28 aprile 2023 (la data precisa la deciderà la scuola, a meno che non si faccia parte di una classe “campione”), quelli di quinto si cimenteranno con le prove tra l’1 e il 31 marzo 2023 (con la stessa precisazione fatta per la terza media).

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