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Ucraina, sull'invio di armi approvata la mozione della maggioranza | Conte: "Il governo ci metta la faccia"

Bocciati solo i testi del M5s e di Verdi-Si. L'ex premier: "Se l'esecutivo vuole perorare una linea guerrafondaia venga in Aula a dirlo"

Sull'invio di armi all'Ucraina, dalla Camera è arrivato il via libera alla mozione della maggioranza. Il testo, che contiene anche l'ok a proseguire con i rifornimenti a Kiev, è stato votato anche dall'opposizione. Sono state approvate anche le mozioni di Pd e Italia Viva-Azione mentre è stata respinta quella presentata da Verdi e Sinistra Italiana (con 4 voti favorevoli, 246 contrari e 1 astenuto), dopo che aveva già ricevuto lo stop un documento del M5s (con 46 voti favorevoli, 193 contrari e 75 astenuti). "Se il governo vuole perorare una linea guerrafondaia armi a oltranza e zero negoziati venga in Aula a dirlo, a metterci la faccia davanti agli italiani e a far votare il Parlamento", ha commentato il leader del Movimento Giuseppe Conte. 

Proseguire con il sostegno a Kiev - Nel documento, mozione della maggioranza, approvato si parla dell'impegno a "proseguire senza riserve l'attività di sostegno, economico e militare, a Kiev e al popolo ucraino, in continuità con le azioni intraprese e i provvedimenti adottati dall'esecutivo guidato da Mario Draghi, anche mediante l'invio di nuovi equipaggiamenti bellici, tenendo opportunamente informato il Parlamento sulle decisioni che si intenderanno assumere". 

Conte: "Non si pensi a una illusoria disfatta della Russia" - Diversa la posizione dell'ex premier Conte. "L'Italia sulla crisi ucraina svolga un vero ruolo da protagonista promuovendo una conferenza di pace. Non possiamo continuare a pensare a una illusoria disfatta della Russia", ha affermato il presidente del M5s. La conferenza, secondo Conte, dovrebbe "tenersi sotto l'egida nelle Nazioni unite con il coinvolgimento della Santa Sede che segni un nuovo protagonismo finalmente dell'Unione europea". C'è il rischio, ha ribadito, "di scatenare un conflitto ancor più incontrollabile nei suoi esiti con la concreta possibilità di una catastrofe nucleare".

"Il governo non ha occhi per guardare le vere emergenze del Paese" - L'ex premier ha affermato che "in tanti si sono abituati alla guerra, quasi metabolizzandola. Dal primo colpo sparato il M5S ha condannato con forza la aggressione russa chiedendo un piano diplomatico e anche un sostanzioso aiuto militare al popolo ucraino: non per pulsioni belliciste ma per porre un argine alla iniziale asimmetria delle forze in campo. Un contributo deciso non a cuor leggero ma necessario per consentire all'Ucraina la legittima difesa. Oggi, dopo nove mesi, questa non può essere più la soluzione. Sul piano delle armi e del sostegno militare si è parlato e agito troppo, mentre di diplomazia non vediamo traccia. Dobbiamo constatare, purtroppo, che questo governo non ha occhi per guardare le vere emergenze del Paese, addirittura li chiude davanti a chi è in povertà assoluta, ma ha orecchie ben pronte per raccogliere le istanze delle potenti lobby delle armi". 

"Occorre dare voce all'anelito di pace" - Insomma, Conte dice basta alle armi all'Ucraina e promuove un intervento dell'Europa per cercare la pace. "Esigiamo - ha detto ancora - un cambio di passo dall'Alleanza atlantica, dall'Unione europea, dai protagonisti del conflitto e dai principali players internazionali. Esigiamo un cambio di passo dal nostro governo, dal nostro Paese, chiesto da centomila cittadini che hanno sfilato qui a Roma un mese fa per dar voce a una maggioranza silenziosa che subisce le conseguenze del conflitto. Il Movimento cinque stelle non si rassegna all'ineluttabilità della guerra, occorre dare voce all'anelito di pace", ha concluso. 

Tajani: "Presto in Cdm il decreto sulla proroga delle armi a Kiev" - "Presto il ministro della Difesa porterà in consiglio dei ministri il decreto per prorogare i tempi delle decisioni già adottate che scadono il 31 dicembre per un'eventuale fornitura di mezzi militari all'Ucraina, naturalmente sempre previa passaggio parlamentare". Lo ha detto il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani al termine della ministeriale Nato di Bucarest.

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