Scontri a Shanghai tra la polizia e le centinaia di manifestanti scese in piazza per protestare contro i duri lockdown imposti dalle autorità cinesi per arginare la diffusione del Covid. La rabbia e le proteste contro le severe restrizioni sono divampate per il terzo giorno consecutivo e si sono estese anche a Pechino, Wuhan e Chengdu.
Centinaia di manifestanti all'università Tsinghua di Pechino - Centinaia di studenti dell'università Tsinghua di Pechino hanno partecipato a una protesta contro le restrizioni anti-Covid imposte dal governo, come ha raccontato un testimone all'agenzia di stampa Afp e come mostrano alcuni video diffusi sui social media. "Gli studenti hanno iniziato a mostrare dei cartelli all'ingresso della mensa, poi si sono aggiunte sempre più persone. Abbiamo cantato l'inno nazionale e l'Internazionale e abbiamo gridato 'la libertà prevarrà'", ha raccontato un ragazzo.
Si tratta di una rarissima dimostrazione di dissenso davanti all'ingresso principale dell'ateneo che da decenni forma la classe dirigente del Paese. Il giovane ha riferito che una studentessa ha iniziato reggendo un foglio di carta bianca, un gesto che è diventato il simbolo della protesta contro la censura in Cina, e in pochi minuti è stata raggiunta da altre donne. Sul web, i video mostrano una folla fuori dalla mensa universitaria, riunita intorno a un giovane che grida: "Questa non è una vita normale, ne abbiamo abbastanza. La nostra vita non era così prima!". Un altro video, apparentemente girato nello stesso luogo ma poi rimosso dai social, mostra studenti che gridano: "Democrazia e stato di diritto, libertà di espressione".
La protesta si allarga anche a Wuhan - La protesta contro le restrizioni anti-Covid in Cina arriva anche a Wuhan, la città cinese simbolo dell'epidemia, dove centinaia di manifestanti si sono riversati nelle strade.