POPULAR

Il chitarrista e compositore Maurizio Colonna presenta il terzo volume del suo "Pop Studies for Guitar"

Il nuovo volume sarà presentato alla Libreria Feltrinelli di Torino, alla sala Trama, il prossimo 2 dicembre alle 18

© Ufficio stampa

Il chitarrista e compositore Maurizio Colonna, pubblica per Edizioni Curci la terza serie dei "Pop Studies for Guitar". Il nuovo volume sarà presentato alla Libreria Feltrinelli di Torino, alla sala Trama, il prossimo 2 dicembre alle 18. L'artista completa così il percorso avviato dai due precedenti volumi, raggiungendo un totale di cento brani per chitarra, ai quali si aggiungono quelli delle raccolte "12 Pop Duo for two Guitars" e "Rock Moments for Guitar-Homage to the Legend", progetti di ampio respiro che coniugano la straordinaria efficacia didattica a un’altissima qualità artistica, accolti con entusiasmo sia in Italia che all’estero.  
 

I cinquanta studi di questo nuovo volume sono presentati in ordine non progressivo di difficoltà e confermano l’efficacia di una scrittura volutamente essenziale.  

Colonna è considerato unanimemente uno dei più grandi chitarristi classici del nostro tempo. Ha iniziato a suonare la chitarra a cinque anni, a sette ha debuttato in teatro come solista, e a diciassette ha suonato il "Concierto de Aranjuez", per chitarra e orchestra, accompagnato dall’Orchestra da Camera dell’Angelicum di Milano, in presenza di Joaquin Rodrigo. Da allora la sua carriera di interprete e compositore lo ha reso celebre in tutto il mondo.
È un onore ospitare a "Popular" un musicista di questo spessore, un "grande" anche a livello umano. 

In Maurizio la indiscutibile cifra artistica va di pari passo con l’intelligenza e la volontà di evolversi, non specchiandosi su ciò che ha già realizzato. 

"Pop studies for guitar", arriva sull'onda del successo dei primi due, cosa rappresenta per te proporre al pubblico quest'opera? 

Questo terzo volume, che chiude il ciclo dei miei Pop Studies for Guitar, spiega Maurizio, è il frutto di tre anni di lavoro, il punto di arrivo di un percorso creativo in cui ho cercato di coniugare aspetti sia didattici che artistici, usufruendo di una scrittura agevole e praticabile. 

Ho concepito una scrittura essenziale dei brani, sottintendendo però un’interpretazione più articolata, adattabile a vari livelli di preparazione tecnica, culturale ed espressiva. 

Questi cento pop studies, presenti nei tre volumi pubblicati dal 2016 ad oggi, attraversano dimensioni sonore diverse che spero possano permettere a studenti, e non solo, di scoprire un nuovo modo di pensare la chitarra contemporanea. 

Un'opera direi monumentale, vista la sua vastità e la sua qualità; è stato difficile per te operare una scelta tra le composizioni da pubblicare? 

Nella scelta dei brani ho cercato di privilegiare, per quanto possibile, un sentimento per me fondamentale: la soddisfazione di suonarli, unita ovviamente a tutto il resto.  

Nell’interpretare una composizione, mia o di altri, ho bisogno di gustarne il suo divenire, le sfumature armoniche nascoste o esplicite, le intuizioni melodiche insieme al carattere ritmico, che mi devono coinvolgere; se qualcosa non mi convince, non ho difficoltà a cercare nuovi percorsi e se il brano in questione è mio, scelgo magari di metterlo temporaneamente da parte per incontrarlo poi in momenti successivi.  

Questo approccio vale sia per i pezzi cosiddetti facili che per quelli tecnicamente più impegnativi. 

Cosa ha rappresentato per te in questi anni aprire nuove strade ai giovani musicisti? 

Quando ero studente ho sempre cercato di vivere la musica senza limiti di genere e di area culturale: ho ascoltato di tutto, dal canto gregoriano al rock, da Bach a Stevie Wonder, includendo la letteratura chitarristica a cui per ovvi motivi sono legato. Con questo spirito ho poi definito i miei percorsi, il mio dialogare con il pubblico stando in mezzo al pubblico, cercando di non perdere mai la voglia di scoprire il “nuovo che sta arrivando”. Forse tutto ciò mi ha aiutato a creare una nuova identità del chitarrista classico, in grado di suonare anche in spazi concertistici inconsueti. 

Aver cercato di aprire nuove strade e comprendere meglio il già fatto mi ha gratificato molto e mi ha indotto a non tornare mai indietro nelle scelte intraprese. 

Vuoi raccontarci qualcosa su altri tuoi progetti?

In questi anni ho cercato di vivere la musica non solo come musicista. Con la pianista compositrice Luciana Bigazzi ho fondato il marchio discografico NCM che, proprio recentemente, è diventato anche un marchio editoriale. Proprio all’interno di questa realtà ho avuto il piacere di favorire il debutto discografico di due giovani artisti, il pianista compositore Andrea Vergnano e la pianista compositrice e poetessa Valentina Colonna. Prodotti entrambi da Luciana Bigazzi per la NCM (distribuzione EGEA MUSIC), hanno pubblicato sulle piattaforme online, da pochissimo, i loro primi singoli per pianoforte. I loro due brani sono molto interessanti e appartengono stilisticamente alla cosiddetta “nuova musica classica” o “modern music”. 

Condividere con il pubblico la mia creatività e accogliere nuova bellezza musicale, magari generata da nuovi artisti, rimarranno le coordinate dei miei progetti.