Sul caso Soumahoro sono arrivate diverse segnalazioni alle autorità, che hanno dato poi il via alle indagini. Nel mirino degli inquirenti, che indagano sulla gestione di due coop che si occupano di migranti in provincia di Latina, sono finiti in particolare l'impiego dei fondi erogati, i rapporti con l'erario e con i dipendenti e i soggetti coinvolti. Gli accertamenti "provengono da notizie e comunicazioni pervenute da una pluralità di fonti, di natura pubblica e privata", ha affermato la Procura di Latina.
"La necessità di garantire il rispetto delle disposizioni normative in tema di segretezza degli atti di indagine e di comunicazione agli organi di informazione, nonché in tema di diritti e facoltà delle persone sottoposte ad indagini e, per altro verso, l'esigenza di garantire la genuinità, l’oggettività e il buon esito degli accertamenti investigativi in corso impediscono a questo ufficio di fornire, nonostante le comprensibili sollecitazioni degli organi di informazione, indicazioni specifiche con riferimento alle iscrizioni nel registro delle notizie di reato ed ai profili di indagine sviluppati o da sviluppare.
Pur nella consapevolezza delle esigenze della informazione, questo ufficio non può dunque che attenersi al rispetto delle disposizioni normative vigenti e pertanto svolgere i dovuti accertamenti con riferimento esclusivamente ai compiti istituzionali propri di un ufficio giudiziario inquirente, con la maggiore sollecitudine possibile, pur nella complessità dell'investigazione, nel doveroso riserbo investigativo e nel rispetto dei principi in tema di presunzione di innocenza", ha concluso.
La difesa di Soumahoro - "Mi scuso perché sono stato poco attento, mentre giravo per il Paese, a quello che c'era a casa mia. Io non sono in quella coop, ma approfondirò tutto come deputato della Repubblica". A dirlo lo stesso Aboubakar Soumahoro intervistato su La7. Al parlamentare è stato chiesto conto delle immagini con accessori costosi e firmati che la sua compagna, che gestiva una coop assieme alla suocera oggi indagata per malversazione, sfoggiava sui social, e questo a fronte, è stato spiegato, di 400mila euro di stipendi non pagati, ma anche di 200mila distribuiti alla dirigenza della coop e un resort che la sua famiglia avrebbe aperto in Ruanda. "Quelle immagini? Non mi hanno creato imbarazzo - ha risposto -. Il diritto all'eleganza e alla moda è libertà, la moda non è né bianca ne' nera. Poi quelle immagini vanno datate. Mia moglie ha la sua vita. Non lavora più nelle coop"". È grazie al lavoro della moglie, ha spiegato l'ex bracciante, che hanno comprato casa accendendo un mutuo trentennale: "Tutti gli atti sono trasparenti".
Soumahoro ha poi risposto agli attacchi dei suoi ex colleghi della Lega Braccianti, poi tornati in Usb, rispetto alla rendicontazione dei bilanci, in particolare di 56.800 euro non rendicontati su un bilancio di 220mila euro. "Sono nelle condizioni di poter produrre tutte le prove. I soldi sono stati spesi per l'acquisto di generi alimentari, gel disinfettante, trasporti, e i rimanenti 56.800 sono andati nell'esercizio 2021. Il bilancio è disponibile sul sito della Lega Braccianti. Chi mi accusa è tornato a far della Usb, organizzazione con cui ho un contenzioso, dopo essere passato con me nella Lega Braccianti. Sono tornati indietro perché mi avevano chiesto di destinare loro in forma di stipendio i soldi delle donazioni. Ho rifiutato". Soumahoro ha poli negato di aver mai usato i soldi delle
donazioni per finanziare la sua ascesa politica: "Assolutamente no, mai. Anzi, ci ho anche rimesso".