Giornata contro la violenza sulle donne, una sopravvissuta a Tgcom24: "Manca l'ascolto delle vittime, ho lasciato l'aggressore e ho trovato un branco"
La testimonianza di Tiziana Di Ruscio, presidente dell'Associazione Il Nastro Rosa: "Il 25 Novembre? Per me ha doppio significato: dopo 8 anni, dalla Cassazione aspetto conferma sulla condanna dell'ex"
"Ho lasciato l'aggressore, dopo oltre 20 anni di violenze su di me e sui miei figli, e ho trovato un branco a livello istituzionale". Era il 2014 quando finalmente Tiziana Di Ruscio di Pineto (Teramo) trovava la forza di presentare quella denuncia che per anni aveva tenuto nel cassetto. Il suo percorso di riscatto contro un marito violento su di lei e sui tre figli era iniziato nel 2008 quando la scuola avvertì la famiglia del comportamento insolito di uno dei bimbi. Inizia l'iter con i servizi sociali, "per qualche mese, poi scompaiono tutti e a quella denuncia già scritta rinuncio su richiesta della famiglia di lui - racconta tra le lacrime a Tgcom24 Di Ruscio, dal 2018 presidente e fondatrice dell'associazione contro la violenza di genere Il Nastro Rosa. - Ho sopportato per altri sei anni prima di andar via di casa e ho preso la decisione quando io e i miei figli eravamo arrivati ormai a rischiare ogni momento la vita". E' da lì che Di Ruscio ha capito che "La violenza non è il mio destino", che è anche il titolo della sua autobiografia pubblicata nel 2021.
Cosa le ha dato la forza per dire basta a oltre 20 anni di violenze?
"Quella volta che, andando ad acquistare un vestito per la cresima di mio figlio maggiore, il mio ex marito ci ha fatto salire in auto e, infuriato perché non aveva trovato niente in negozio, cominciò a sfrecciare a tutta velocità, contro senso, in una strada molto trafficata. Io ero seduta dietro con i bimbi più piccoli e osservavo inerme e con dolore il più grande, seduto accanto al padre, che piangeva mentre venivamo minacciati: ci avrebbe ucciso tutti. Lui a casa aveva le armi, puntava il coltello contro i miei figli per un nonnulla, ma, se chiedevo aiuto intorno a me, mi veniva risposto: 'E' colpa tua che lo hai sposato, sapevi che era un violento già da quando eravate fidanzati'. E pure dopo la denuncia mi sono sentita sola e isolata anche dalle istituzioni, che, nella freddezza della burocrazia, devono valutare il grado di violenza subito e non ti danno ascolto. Anzi, devono convocare l'aggressore per ascoltare le sue ragioni. Lì mi sono sentita persino umiliata, sapevo che la situazione in casa dopo la convocazione poteva solo peggiorare".
Violenza sulle donne, i dati italiani dei primi nove mesi del 2022
SU TGCOM24