I timori di Bruxelles

L'Italia torna sotto il monitoraggio dell'Ue per il debito eccessivo

Secondo la Commissione europea, il nostro Paese potrebbe affrontare "elevati rischi per la sostenibilità di bilancio". Restano i timori sull'elevato rapporto debito/Pil

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L'Italia è tra i dieci Paesi che tornano sotto monitoraggio della Commissione Ue per eccessivi squilibri macroeconomici.  "Rimangono invariati i timori legati all'elevato rapporto debito pubblico/Pil", segnala l'esecutivo europeo nella Relazione sul meccanismo di allerta (Alert mechanism report). Il nostro Paese dovrà essere oggetto di una revisione approfondita (in-depth reviews) per valutare l'evoluzione della situazione. In totale sono 17 gli Stati membri su cui verranno fatti esami approfonditi.

Tra i già esaminati figurano anche Francia, Germania, Grecia, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna. Si aggiungono ora Repubblica Ceca, i tre Paesi baltici, Ungheria, Lussemburgo e Slovacchia.

Italia, restano i timori sul rapporto debito/Pil - "In Italia rimangono invariati i timori legati all'elevato rapporto debito pubblico/Pil", sottolinea la Commissione Ue. L'indebitamento "rimane elevato" e, sebbene sceso al 150,3% del Pil nel 2021, "dovrebbe rimanere ben al di sopra del livello del 2019". Il deficit, ridotto al 7,2% nel 2012, "si prevede che continuerà a ridursi. Ma i differenziali dei rendimenti si sono discostati "notevolmente" dalla media dell'Eurozona aumentando i costi di finanziamento. "I rischi per la sostenibilità fiscale sono elevati nel medio termine".

Italia vulnerabile alle condizioni di finanziamento del debito - A medio termine, l'Italia con altri otto Stati membri, potrebbe affrontare "elevati rischi per la sostenibilità di bilancio". Secondo la Commissione europea, le nazioni con i più alti indici di indebitamento sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti nelle condizioni di finanziamento. In uno scenario di aumento di 1 punto percentuale del differenziale tra crescita e interessi, "il debito aumenterebbe di oltre 10 punti percentuali del Pil entro il 2023 in Italia, Grecia, Spagna e Portogallo".

In Eurozona si rischiano politiche più espansive del previsto - Per la maggior parte degli Stati della zona euro c'è poi il rischio che l'orientamento di bilancio possa rivelarsi più espansivo di quanto attualmente previsto. Pesano dunque l'incertezza relativa all'andamento dei prezzi dell'energia e l'assenza di informazioni sulla possibile proroga delle misure energetiche fino al 2023. Lo rileva la Commissione nel pacchetto d'autunno che apre il semestre europeo, in particolare tra le conclusioni sulla valutazione dei documenti programmatici di bilancio presentati. Tra i Paesi a debito elevato, Bruxelles ritiene che i documenti programmatici di bilancio di Francia, Grecia e Spagna siano in linea con gli orientamenti di bilancio contenuti nelle raccomandazioni del Consiglio. Il documento programmatico di bilancio del Belgio è in parte in linea, mentre quello del Portogallo rischia di essere solo parzialmente in linea con la raccomandazione. "La crescita della spesa primaria corrente del Belgio finanziata a livello nazionale non dovrebbe essere inferiore alla crescita del prodotto potenziale a medio termine", si legge ancora nella nota.

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