Un "inganno" naturale per salvare i vigneti
Tra i filari piemontesi è stato sperimentato il metodo della "confusione sessuale": il rilascio di feromone per ostacolare la riproduzione della Tignoletta ed evitare i danni all'uva e al prodotto finale
Il vino, uno dei simboli dell’Italia nel mondo. Una risorsa preziosa ma, in quanto frutto della natura, molto spesso minacciata. E non si tratta solo di attacchi esterni, come quelli dell’uomo o gli effetti dei cambiamenti climatici. A volte, infatti, i pericoli per l’ambiente arrivano direttamente dall’interno. È il caso della Tignoletta rigata, un lepidottero tristemente noto per i danni arrecati proprio all’uva e ai vigneti. Questo piccolo insetto attacca gli acini e può provocare anche lo sviluppo di pericolosi funghi, dannosi per la qualità e la quantità del prodotto finale.
Per fortuna, però, la natura ha la capacità di offrire sempre una soluzione e tra gli splendidi filari del Barbaresco ne abbiamo la prova. Grazie alla sensibilità dei viticoltori è stata infatti adottata una nuova tecnica: il metodo chiamato “confusione sessuale”, un’ottima difesa dell’ambiente e dei frutti del lavoro.
Un modo per diminuire gli accoppiamenti e di conseguenza il numero di insetti sulle viti, come ci spiega Lorenzo Calorio, Responsabile del settore tecnico di Coldiretti nella zona di Alba: "Questa tecnica consiste nel rilasciare un feromone di sintesi, in pochi grammi per ettaro, che va a interferire con quello emanato dalle femmine della Tignoletta e di fatto con il meccanismo di comunicazione olfattiva. Nell’ambiente si viene a creare una saturazione e il maschio non riesce più ad intercettare la traccia utile e non feconda più le femmine. Il feromone viene rilasciato da un dispenser biodegradabile, una sorta di spaghetto che in primavera viene apposto sul tralcio principale del ceppo di vite, garantendo l’efficacia del sistema".
Un metodo innovativo che si inserisce in una cornice più ampia tracciata da Coldiretti. Quella del progetto The Green Experience, un network di produttori piemontesi che sognano una viticoltura più consapevole e sostenibile. Il risultato di una sempre maggiore sensibilità dell’opinione pubblica nei confronti delle tematiche ambientali.
Ne è una dimostrazione la risposta positiva dei viticoltori al metodo della "confusione sessuale", come ci racconta Mario Zoppi, Sindaco di Barbaresco: "C’è stata sicuramente un’ottima risposta, perché dal 2010 al 2022 la copertura è passata da 300 ettari a 700 ettari. Questa è la dimostrazione di come la viticoltura si stia adattando alle necessità dell’ambiente. La tradizione e il prestigio dei prodotti del Barbaresco possono essere salvi grazie ad esempi di lotta biologica come la “confusione sessuale”. I metodi di difesa a basso impatto sono sicuramente la chiave per la salvezza dell’agricoltura in futuro".
Un vero esempio di tutela dell’ambiente che si intreccia alla salute e al lavoro dell’uomo. Un altro modello virtuoso tutto Made in Italy.
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