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Indagini sulle coop, Aboubakar Soumahoro in lacrime: "Mi volete morto, mia moglie è disoccupata"

Il neo deputato dell'Alleanza Sinistra e Verdi ci mette la faccia e sui suoi social si difende dalle accuse piovute sulla sua famiglia: "Perché non parlate con mia suocera? La montagna di fango che state buttando su di me non seppellirà mai le mie idee"

Da video

Ci mette la faccia, Aboubakar Soumahoro, e si difende in lacrime con un video pubblicato sulle sue pagine social dalle accuse piovute sulla sua famiglia, dopo l’inchiesta aperta dalla procura di Latina sulle condizioni dei lavoratori nelle cooperative gestite dalla moglie e dalla suocera. "Mi dite cosa vi ho fatto? - inizia così lo sfogo del sindacalista e neo deputato dell'Alleanza Sinistra e Verdi -  È da una vita che sto lottando per i diritti delle persone". E poi, tanto per chiarire aggiunge: "Mia moglie attualmente è disoccupata, è iscritta all'Inps".  

Con le mani giunte, un pianto disperato, Aboubakar Soumahoro ricorda la sua storia: " Sono una persona integra. Pulita. Lustratore di scarpe, figlio di un contadino e di una casalinga. Ho sempre lottato per la dignità del lavoro, tutta la mia vita è stata caratterizzata dalla lotta contro qualsiasi forma di sfruttamento. Voi mi volete morto ma non ci riuscirete".

E poi ricorda che la moglie è disoccupata: "E iscritta all’Inps, non possiede allo stato attuale nessuna cooperativa. Perché non parlate con lei? Quando l’ho conosciuta lavorava già nell’ambito dell’accoglienza". Oppure "parlate con mia suocera - dice ancora Soumahoro sull'inchiesta della Procura di Latina in cui il suo nome non compare - chiedete a lei che è proprietaria della sua cooperativa: sarò il primo a scioperare con i dipendenti e a lottare per i loro diritti". 

Ma nonostante il momento difficile promette una cosa: " La montagna di fango che state buttando su di me non seppellirà mai le mie idee. Volevate il negro di cortile, non lo sono e non lo sono mai stato. Sono una persona integra".

Alla Camera con gli stivali da lavoro sporchi di fango: il messaggio del neodeputato Aboubakar Soumahoro

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A Roma, davanti a Montecitorio, una foto di gruppo proponendo la marcia dei lavoratori de "Il Quarto Stato" della tela di Giuseppe Pellizza da Volpedo e in Aula indossando gli stivali sporchi di fango proveniente dai campi dove si raccolgono i pomodori. E' così che ha fatto il suo debutto alla Camera il neodeputato Aboubakar Soumahoro, sindacalista di origini ivoriane, candidato con Alleanza Verdi-Sinistra, da anni impegnato nella lotta contro il caporalato, le morti bianche sul lavoro e lo sfruttamento dei braccianti. "Porto questi stivali, simbolo delle sofferenze e speranza del Paese Reale, che entrano con me alla Camera per legiferare, in memoria di chi è morto di lavoro, chi è discriminato e chi ha fame. Coi piedi nel fango della realtà e lo spirito nel cielo della speranza", ha spiegato Soumahoro via Twitter, aggiungendo l'hashtag #noiora

L'inchiesta - La Procura di Latina ha avviato accertamenti sulle cooperative gestite dalla moglie e dalla suocera di Aboubakar Soumahoro dopo la segnalazione di alcuni lavoratori delle due coop, Karibu e Consorzio Aid, che hanno sporto denuncia segnalando presunti mancati pagamenti e irregolarità contrattuali. Le indagini sono state affidate ai carabinieri. Il neo deputato di Alleanza Verdi e Sinistra non risulta coinvolto in nessuna indagine.

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