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Iran, morte Mahsa Amini: 378 uccisi da inizio proteste, anche 47 minori

Il decesso della 22enne curdo-iraniana, avvenuto dopo il suo arresto, ha scatenato le rivolte in tutto il Paese

Ansa

In Iran, le forze di sicurezza hanno ucciso almeno 378 persone, tra cui 47 minori, nella repressione delle proteste scatenate dalla morte di Mahsa Amini, la 22enne curdo-iraniana deceduta dopo il suo arresto per non aver indossato correttamente il velo. Lo annuncia il direttore della Ong con sede in Norvegia, Iran Human Rights, Mahmood Amiry-Moghaddam. Rispetto al precedente bilancio reso noto mercoledì si sono registrati altri 36 morti.

Ihr riferisce di almeno 123 persone uccise nella provincia del Sistan-Baluchistan, al confine col Pakistan, 40 nelle province del Kurdistan e Teheran e 39 nell' Azerbaigian occidentale.

Secondo l'Ong "mentre cresce il numero delle vittime delle proteste, le autorità della Repubblica islamica rifiutano di accettare la responsabilità e attribuiscono i morti a gruppi stranieri e terroristici". Intanto, immagini diffuse in rete mostrano le forze di sicurezza che sparano agli studenti dell'università del Kurdistan, nell'ovest dell'Iran, che avevano dato alle fiamme un manifesto con l'immagine dell'ex comandante dei pasdaran, Qassem Soleimani. 

Dal decesso di Mahsa, nel Paese islamico si sono scatenate numerose e incessanti proteste contro le autorità. La popolazione è convinta che la giovane sia stata uccisa per come indossava il velo, da cui si intravedevano ciocche di capelli. Secondo il rapporto medico seguito all'autopsia effettuata in Iran, a Teheran, il decesso della 22enne non è però stato causato dalle percosse, ma da una malattia. Nella nota è stato, infatti, messo in evidenza che all'età di 8 anni Mahsa era stata operata per un tumore al cervello e che ancora da grande avesse un "disturbo importante" dell'asse ipotalamo-ipofisario, una malattia per la quale era stata trattata con idrocortisone, levotiroxina e desmopressina.

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