clima teso

Sicilia, Schifani forma la giunta ma centrodestra si divide

La maggioranza fallisce il primo banco di prova: la vice presidenza dell'Assemblea siciliana va, infatti, al M5s

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Clima teso nel nuovo governo regionale in Sicilia guidato dal presidente Renato Schifani. La maggioranza di centrodestra fallisce il primo banco di prova: la vice presidenza dell'Assemblea siciliana va, infatti, al M5s, con Nuccio Di Paola spalleggiato da Pd e autonomisti di De Luca e con i voti di almeno 5 franchi tiratori. All'Assemblea regionale Siciliana si consuma anche la frattura tra Schifani e il coordinatore di Forza Italia nell'isola, Gianfranco Miccichè, con la costituzione di due gruppi parlamentari: si chiamano Fi1 e Fi2. Una denominazione temporanea in attesa che si trovi un accordo.

"Giovedì riunisco la giunta e poi prendo un volo per Roma: starò tre giorni", dice Schifani. Nella coalizione il malessere è diffuso, dentro Forza Italia ma anche in FdI, i due soci di maggioranza. A creare malumori è stata la formazione della squadra di governo. Schifani alla fine ha dovuto cedere alle pressioni dei dirigenti nazionali di FdI che gli hanno imposto due nomi esterni, costringendolo a rinunciare al suo credo: solo assessori-deputati nell'esecutivo. L'ingresso di due non eletti - Francesco Scarpinato ed Elena Pagana ha rotto il "patto". 

A farne le spese sono stati due deputati di punta di FdI che erano nella rosa originaria: Giorgio Assenza e Giusi Savarino.

Gli effetti si son visti in aula, dove la maggioranza è andata sotto sulla vice presidenza vicaria. In questo caso ad andare su tutte le furie è stata Luisa Lantieri, deputata di Forza Italia vicina a Schifani, che si è dovuta accontentare della seconda piazza dietro a Nuccio Di Paola (M5s) minacciando dopo il voto le dimissioni. 

Lo scontro politico che era emerso tra Schifani e Miccichè durante le trattative per la composizione della giunta si è manifestato all'Ars con la costituzione di due gruppi azzurri. Miccichè rivendica la titolarità legale del simbolo in qualità di coordinatore regionale del partito, ma il fronte fedele a Schifani ritiene legittima la formazione del gruppo. "Ciascuno si assume le proprie responsabilità, i parlamentari sono stati eletti in base al programma del centrodestra e del candidato presidente Schifani, poi ogni singolo soggetto è libero di decidere", è il commenta del presidente di Regione. 

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