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Body shaming: l’odio per il corpo che fa male all’anima

Deridere una persona per il suo aspetto fisico è una forma odiosa di bullismo da cui imparare a difendersi

Istockphoto

Se ne parla tanto, ma non sempre sappiamo con precisione che cos’è: il body shaming è, alla lettera, la derisione del corpo e la discriminazione di una persona a causa del suo aspetto fisico. La prima e più elementare forma di questa odiosa tattica di bullismo prende di mira una silhouette troppo abbondante, ma qualsiasi elemento può diventare oggetto di derisione: il colore dei capelli, la calvizie, la forma o le dimensioni del seno o del lato B di una ragazza, un’imperfezione della pelle come l’acne o anche il fatto di portare gli occhiali o l’apparecchio ai denti, indipendentemente dal fatto che la vittima possa modificare o no l’aspetto per cui è preso di mira.  Imparare a difendersi e soprattutto a non lasciarsi ferire è di importanza fondamentale, per non perdere la stima di sé e per non cadere in depressione

CHE COS’E’ – Il body shaming è un male che ha radici lontane: in ogni epoca gli uomini hanno sempre avuto la tendenza a emarginare chi era o appariva diverso. Pensiamo al rifiuto sociale nei confronti di chi aveva una menomazione fisica, o anche solo una caratteristica inconsueta, come ad esempio le persone albine, o per chi aveva una malattia che lo faceva apparire impuro o addirittura indemoniato: se un tempo si poteva ascrivere a pura ignoranza questa forma di rifiuto del “diverso”, oggi non ci sono più scuse: eppure, la discriminazione continua a colpire ad esempio i soggetti obesi, spesso colpevolizzati e bullizzati per la loro mole. 

QUESTIONE DI STEREOTIPI – La società impone i suoi canoni di bellezza: una donna deve essere magra, avere qualche curva, ma solo nei posti “giusti”, ed essere capace di adeguarsi rapidamente alle mode dettate dallo star system quanto ad abbigliamento, make-up, acconciature. Anche gli uomini devono essere conformi a certi standard estetici: occorre avere un fisico alto e muscoloso, capelli fluenti, atteggiamento da vincenti. Chi non possiede queste caratteristiche, anche se si tratta solo di aspetto esteriore, è automaticamente persona non degna di rispetto e potenziale oggetto di derisione. Se poi la vittima ha poche capacità di difendersi, ancora meglio: lo scherno diventa ancora più divertente. Quando la derisione e il bullismo colpiscono soggetti fragili, ad esempio ragazzi o ragazze adolescenti, quando l’identità di sé è ancora tutta da costruire, l’impatto può essere devastante, come purtroppo la cronaca riferisce troppo spesso.  La vittima viene indotta a provare vergogna e a sentirsi in colpa per il proprio aspetto, tanto da essere a rischio di depressione, di ammalarsi di disturbi alimentari o di crisi di ansia. È una forma di violenza che concorre a legittimare l'idea che solo certi corpi abbiamo forma e caratteristiche accettabili e che tutti gli altri siano "sbagliati" e meritevoli di derisione. Se accettiamo l'idea di criticare, anche in privato, certi elementi fisici, non si arriverà mai a spezzare il circolo vizioso.

COME REAGIRE – Subire attacchi, commenti negativi e veri e propri atti di bullismo e perfino di violenza per il proprio aspetto fisico suscita dolore, vergogna e rabbia in chi ne è vittima. Per questo è fondamentale imparare a difendersi. 
-    Le vie legali – Non sempre una strada possibile perché il body shaming è difficile da inquadrare come reato. Nei casi più gravi, quando si trasforma in bullismo, in cyberbullismo se gli attacchi si verificano sui social, o in diffamazione, può trasformarsi in reato ed essere perseguito: a maggior ragione se diventa istigazione al suicidio. Di solito però è considerato solo come una forma estrema di cattiva educazione, contro cui la legge non può nulla. Dobbiamo quindi difenderci da soli.
-    Costruire la propria autostima su elementi diversi dall’aspetto corporeo: è un duro lavoro, ma occorre imparare a conoscersi a fondo e ad amarsi per come si è e per aspetti diversi dalle caratteristiche fisiche: a quel punto si può arrivare a reagire positivamente contro chi si permette di dileggiare il nostro corpo.
-    Non lasciarsi condizionare dai commenti negativi: non è facile né istintivo perché siamo naturalmente portati a cercare l’approvazione dei nostri simili. Eppure, possiamo leggere questi attacchi come una sfida sulla strada dell’accettazione gentile di noi stessi: nessuno ha il diritto di dirci come dobbiamo essere e a chi dobbiamo assomigliare. 
-    Un invito a migliorarci: anche se i commenti che ci vengono rivolti sono malevoli e puntano solo a ferirci, proviamo a trasformiamoli in critiche costruttive e in una spinta a essere migliori. Ci sono cose che possiamo fare senza troppo sforzo per migliorare noi stessi: ad esempio, possiamo provare le lenti a contatto al posto degli occhiali che ci appesantiscono i lineamenti, o curare di più il nostro make up o scegliere qualche outfit che valorizzi i nostri punti di forza. 
-     Pratichiamo la body positivity e la body neutrality: la body positivity ci dice di amare il nostro corpo, difetti compresi; la body neutrality ci invita a non odiarlo se anche non è pefetto, magari impegnandoci per migliorarci se proprio non riusciamo a sopportare qualche difetto.  
-    Educhiamo le persone intorno a noi – Il body-shaming è in gran parte legato a fattori di ignoranza e di inciviltà. Per contenere il fenomeno, come si fa ad esempio contro il bullismo, possono essere molto utili le azioni di sensibilizzazione e di educazione anche a livello personale. Ciascuno può e deve fare la sua parte, stigmatizzando i singoli episodi di body shaming di cui si è venuti a conoscenza,  attirando l’attenzione sulla sofferenza inflitta alle vittime, e invitando a una linea di comportamento più rispettosa.

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