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Marco Giallini è "Il principe di Roma" tra fiaba, ironia e fantasmi

In sala dal 17 novembre la commedia di Edoardo Falcone presentata alla Festa di Roma

© Arianna Lanzuisi

Presentato alla recente Festa del Cinema di Roma, arriva nelle sale il 17 novembre "Il principe di Roma" che vede come protagonista Marco Giallini che nella città papalina del 1829 è un uomo ricco e piuttosto basico concentrato solo su di sé. Il film di Edoardo Falcone si muove tra la favola ispirata a "Il Canto di Natale", l'ironia de "Il marchese del Grillo", la commedia popolare di Luigi Magni e il surrealismo di "Fantasmi a Roma". Nel cast troviamo anche Giulia Bevilacqua, Filippo Timi, Sergio Rubini, Massimo De Lorenzo, Andrea Sartoretti e Giuseppe Battiston. Tgcom24 vi offre una clip esclusiva.

LA STORIA - Roma, 1829. Bartolomeo è un uomo ricco e avido che brama il titolo nobiliare più di ogni cosa. Nel tentativo di recuperare il denaro necessario a stringere un accordo segreto con il principe Accoramboni per ottenere in moglie sua figlia, si troverà nel bel mezzo di un sorprendente viaggio a cavallo tra passato, presente e futuro. Accompagnato da compagni d’eccezione dovrà fare i conti con se stesso e conquistare nuove consapevolezze.

L'ISPIRAZIONE PER IL FILM - Racconta Edoardo Falcone, che ha esordito al cinema con "Se Dio vuole" (2015) e ha poi diretto "Questione di karma" (2017) e "Io sono Babbo Natale" (2021), ultimo lavoro di Gigi Proietti: "Ho sempre voluto fare un film ambientato nella Roma del Papa Re. Questo desiderio ha origine nella mia infanzia quando, in una lontana estate di tanti anni fa, mia madre mi portò in un’arena a vedere 'Nell’anno del Signore' di Luigi Magni. Proprio dalla visione di quel film così evocativo è nata in me una passione per la storia e le tradizioni della mia città, che ancora oggi non mi ha mai abbandonato. Avevo però bisogno di trovare un’idea giusta per far rivivere quel mondo così particolare, senza dover rinunciare a trattare temi universali, come ho sempre cercato di fare nelle mie regie precedenti" spiegando poi: "E quest’idea l’ho trovata in un grande classico della letteratura: 'Il Canto di Natale' di Charles Dickens. Tutto parte da una domanda paradossale: e se l’odioso Scrooge invece di vivere a Londra nell’Ottocento, fosse vissuto nello stesso periodo a Roma?".

GIALLINI E LA ROMANITA' - "Mi è piaciuto molto fare questo film in costume, tra carrozze e cavalli. Sono entrato poi nella parte anche con gli spiriti, lo vedo un film alla Luigi Magni, ma Roma oggi dove sta? Io non ci vengo più volentieri, abito sul raccordo. La romanità non c'è più. Si trova solo nelle mura, nelle rovine, nell'architettura. La romanità come atteggiamento non la sento più, un tempo c'era la solidarietà, le persone avevano un cuore grosso. Oggi c'è solo l'ego, la persona che si fa le foto e le mette sui social".