FOTO24 VIDEO24 2

Torino, studentessa aggredita in campus universitario: il minorenne fermato confessa

"Il ragazzo si è reso conto della gravità della vicenda e ha ammesso il fatto", ha spiegato l'avvocato

Ansa

Il 17enne accusato di violenza sulla studentessa aggredita il 30 ottobre nella residenza universitaria Paolo Borsellino di Torino e fermato venerdì ha confessato. "Il ragazzo è apparso frastornato. Si è reso comunque conto della gravità della vicenda e ha ammesso il fatto, riservandosi una più approfondita descrizione, una volta fatta maggior mente locale dell'accaduto, di quanto avvenuto quella sera", ha spiegato l'avvocato Giuseppe Vitello dello Studio Associato Legale Mirate di Asti che difende, insieme al collega Gianluca Bona, il minorenne.

L'aggressione - L'aggressione si era verificata nella notte del 30 ottobre al nono piano di una palazzina della residenza per studenti "Paolo Borsellino", gestito dall'Edisu, a due passi dal Politecnico. Uno sconosciuto era riuscito a intrufolarsi nel complesso e, secondo gli inquirenti, si era messo a bighellonare tra scale e corridoi bussando a una porta dopo l'altra finché una giovane di 23 anni, credendo che si trattasse di un compagno o una compagna di studi, non gli aveva aperto. A quel punto era scattata l'aggressione. Quindi la fuga indisturbata.

La vittima, dopo essere stata visitata prima dai medici del centro anti-violenza dell'ospedale Sant'Anna e poi da quelli delle Molinette, ha fornito un racconto dettagliato, permettendo anche agli investigatori di recuperare il Dna del suo aguzzino. Sono stati esaminati i filmati delle telecamere di sorveglianza. Alcuni fotogrammi più utili degli altri sono stati estrapolati e distribuiti agli equipaggi delle volanti.

Grazie al colpo d'occhio degli agenti di una pattuglia in servizio di controllo del territorio, è stato individuato il 17enne in una strada nei pressi delle Ogr, le ex officine delle ferrovie diventate un polo museale e culturale, nei paraggi del residence "Borsellino". Quando si è accertato che aveva meno di diciotto anni è stato portato al Cpa, il centro di prima accoglienza per i minorenni. Statura, corporatura e persino alcuni capi di abbigliamento corrispondevano all'identikit. Decisivo, poi, è stato l'esito della comparazione del Dna.

Del caso ora si occupa la procura minorile diretta dal magistrato Emma Avezzù. Per il momento si procede per violenza sessuale. Non sono contestati altri episodi, anche se in questura è aperto un dossier su un'altra aggressione avvenuta nello stesso quartiere il 30 ottobre. Il giovane, secondo quanto si è appreso, risulta risiedere in provincia di Torino con la famiglia.

Espandi