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Bosch, il lato oscuro del Rinascimento in mostra a Palazzo Reale a Milano

Fino al 12 marzo 2023 si potranno ammirare i più grandi capolavori del grande maestro messi in connessione con opere d'arte di altri importanti artisti fiamminghi, italiani e spagnoli

Ufficio stampa

Jheronimus Bosch arriva per la prima volta a Milano, con una mostra a Palazzo Reale aperta al pubblico fino al 12 marzo 2023. "Bosch e un altro Rinascimento" rende omaggio al grande genio fiammingo noto in tutto il mondo per il suo linguaggio fatto di visioni oniriche e mondi curiosi, incendi, creature mostruose e figure fantastiche. Ma soprattutto presenta una tesi affascinante che vede il pittore come emblema di un Rinascimento ‘alternativo’ , con centri artistici diffusi in tutta Europa.

Bosch in mostra a Milano

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Il giardino delle delizie, Bottega di Jheronimus Bosch, 1500 circa, Olio su tela, Collezione privata
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 Il carro di fieno (Tribolazioni della vita umana), Manifattura di Bruxelles, 1550-1570 circa, Arazzo, Madrid, Patrimonio Nacional, Palacio Real © Patrimonio Nacional, Madrid
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San Martino e i mendicanti, Manifattura di Bruxelles, 1550-1570 circa, Arazzo, Madrid, Patrimonio Nacional, Palacio Real ©Patrimonio Nacional, Madrid
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Giudizio finale, Jheronimus Bosch, 1500 circa, Olio su tavola, Musea Brugge, Bruges © Lukas - Art in Flanders VZW/Bridgeman Images
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Trittico delle Tentazioni di sant’Antonio, Jheronimus Bosch, 1500 circa, Olio su tavola, Lisbona, Museu Nacional de Arte Antiga© DGPC/Luísa Oliveira
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 La visione di Tundalo, Bottega di Jheronimus Bosch, 1490-1525 circa, Olio su tavola, Madrid, Museo Lázaro Galdiano © Museo Lázaro Galdiano, Madrid
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Trittico dei Santi Eremiti, Jheronimus Bosch, 1495-1505 circa, Olio su tavola, Venezia, Gallerie dell’Accademia © Gallerie dell’Accademia di Venezia / su concessione del Ministero della Cultura
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San Giovanni Battista, Jheronimus Bosch, 1495 circa, Olio su tavola, Madrid, Museo Lázaro Galdiano © Museo Lázaro Galdiano, Madrid

La mostra a Palazzo Reale - Nelle sale di Palazzo Reale si potranno ammirare un centinaio di opere d’arte tra dipinti, sculture, arazzi, incisioni, bronzetti e volumi antichi, inclusi una trentina di oggetti rari e preziosi provenienti da wunderkammern. Un corpus ricchissimo in cui spiccano alcuni dei più celebri capolavori di Bosch, ma anche opere derivate dai suoi soggetti e mai presentate insieme prima d’ora in un’unica mostra. Non si tratta di un'esposizione a carattere monografico, ma di una messa in connessione di alcuni dei capolavori tradizionalmente attribuiti a Bosch con importanti opere di altri maestri fiamminghi, italiani e spagnoli. Nasce così un dialogo che ha l'intento di spiegare al visitatore quanto l'"altro" Rinascimento - non solo italiano e non solo boschiano - negli anni coevi o immediatamente successivi influenzerà grandi artisti come Tiziano, Raffaello, Gerolamo Savoldo, Dosso Dossi, El Greco e molti altri.


Le opere esposte - Quelli esposti a Palazzo Reale sono dei veri e propri tesori, talmente rari e preziosi che difficilmente lasciano i musei a cui appartengono: vederli riuniti in un'unica sede è un evento raro. A causa della fragilità e della peculiarità dello stato di conservazione, alcune opere dovranno rientrare nelle loro sedi museali prima della chiusura della mostra. Si tratta delle  Meditazioni di san Giovanni Battista e La Visione di Tundalo (provenienti dal Museo Lázaro Galdiano di Madrid che resteranno a Palazzo Reale fino al 12 febbraio) e dell’arazzo Assalto a un elefante turrito e Scena con elefante (prestate dalle Gallerie degli Uffizi, in mostra fino al 29 gennaio). Poter ammirare l’intero ciclo degli arazzi boschiani è un’occasione irripetibile: i quattro arazzi dell’Escorial non sono mai stati esposti insieme fuori dalla loro sede, e il confronto con il cartone dell’Elefante, per il quinto arazzo della serie, ora perduto, risulta totalmente inedito. Sarà possibile vedere in mostra anche Trittico delle Tentazioni di Sant’Antonio (per la prima volta in Italia), il T rittico del Giudizio Finale, Le tentazioni di Sant’Antonio e il Trittico degli eremiti.

Le visisoni di Bosch - La magia e il sogno, con la loro natura imprevedibile e non dominata dalla razionalità, sembrano l’esito di una visione "in trasparenza"della realtà quotidiana, che mette a nudo le inquietudini, le ossessioni e la natura contraddittoria dell’uomo e della società: un clima culturale che troviamo ampiamente diffuso alla vigilia di quelle svolte epocali che sarebbero state la Riforma prima e la Controriforma poi. Queste categorie figurative offrono l’occasione per indagare le profondità del mondo interiore e le sue incongruenze.
Le composizioni religiose e profane di Bosch sono anche dominate dal concetto di complessità del reale che, nella sua estremizzazione si popola di figure scomposte, di situazioni paradossali e illogiche, ma anche di figure purissime: insomma un mondo capovolto. Un universo la tentazione e l’errore sono sempre in agguato, pronti a rovinare l’uomo. Il cosiddetto "mondo delle grottesche" è l’altra faccia della stessa medaglia del fantastico in Bosch.


La tesi della mostra - La fama universale di Bosch, a differenza di quanto si possa pensare, non prese avvio nelle Fiandre, sua Terra natale, bensì in Europa meridionale. Fu il mondo mediterraneo, e principalmente l'Italia e la Spagna del Cinquecento, a dare avvio al "fenomeno Bosch". In Italia, dove dominava la cultura rinascimentale, il linguaggio fantastico e onirico di Bosch e dei suoi seguaci trovarono il terreno più fertile e maturo per crescere e diventare modello figurativo e culturale per quel tempo, ma anche per molte delle generazioni di artisti successive, anche a distanza di secoli. Il percorso si propone di illustrare lo strepitoso successo del linguaggio artistico di Jheronimus Bosch nell’Europa meridionale e addirittura oltre oceano, nel periodo compreso tra il Cinquecento e gli inizi del Seicento. Un linguaggio che si è imposto alla base di un’operazione imprenditoriale senza precedenti a livello europeo e che si pone come origine di un vero e proprio "Rinascimento alternativo", che risulta poco riconosciuto anche nella letteratura specialistica.


Una mostra di confronti - Il linguaggio di Bosch diede vita a una vera e propria moda affermatasi inizialmente in Spagna e in Italia ma che contagiò il resto d’Europa. Ne nacquero una serie di spettacolari opere d’arte realizzate in molteplici tecniche e di varie provenienze. Sono capolavori che attestano la diffusione mediterranea di motivi visionari e onirici, ispirati all’immaginario dell’artista fiammingo e che, a loro volta, stimolarono un nutrito numero di pittori e incisori di spicco. La proliferazione di oggetti rari, bizzarri e preziosi che caratterizza la moda delle collezioni eclettiche tipiche del gusto internazionale cinquecentesco viene evocata nell’ultima sala, allestita come una originale Wunderkammer, grazie alla collaborazione del Museo di Storia Naturale di Milano e delle Raccolte del Castello Sforzesco.

Il dialogo con il visitatore - Data la complessità dell’opera di Bosch, durante i weekend, un gruppo di mediatori culturali accompagneranno il pubblico in una lettura più approfondita e tematica delle opere esposte: un percorso di osservazione complementare dalla visita guidata e dall’audioguida, in quanto contempla un ruolo attivo del visitatore, chiamato a relazionarsi con l’operatore, l’ASK ME, in un dialogo di arricchimento e scoperta reciproca.


"Bosch e un altro Rinascimento" è promossa dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e Castello Sforzesco e realizzata da 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE con il sostegno di Gruppo Unipol, main sponsor del progetto. Tre i curatori: Bernard Aikema, già professore di Storia dell’Arte Moderna presso l’Università di Verona, Fernando Checa Cremades, professore di Storia dell’Arte all’Università Complutense di Madrid e già direttore del Museo del Prado e Claudio Salsi, direttore Castello Sforzesco, Musei Archeologici e Musei Storici e docente di storia dell’incisione presso l’Università Cattolica di Milano. Una mostra che, nelle parole dell'assessore alla Cultura Tommaso Sacchi si presenta come "un'esposizione preziosa dal taglio assolutamente originale, in grado di raccontare ai visitatori un Rinascimento diverso rispetto a quello che ha visto i propri fasti in Italia tra il Quattro e il Cinquecento, creando orizzonti nuovi di conoscenza e bellezza".
 

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