Migranti, Carlo Nordio: "Servono risposte dall'Ue e dall'Onu"
"Il problema è stato quasi sempre affrontato in termini politici, ideologici o addirittura emotivi, mentre va posto in termini razionali", ha aggiunto
Sui migranti, secondo Carlo Nordio, ministro della Giustizia, la riapertura del confronto in Europa "era inevitabile, perché il problema è stato quasi sempre affrontato in termini politici, ideologici o addirittura emotivi, mentre va posto in termini razionali". Il ministro spiega che "nella sola Africa vivono almeno trecento milioni di persone in stato di estremo disagio. Quante possiamo accoglierne? Tutti? O cinquanta milioni? O cinque milioni? E chi li deve accogliere? L'Italia da sola, o l'Europa? O il resto del mondo? Ecco, sul punto mi attenderei una risposta da tutti i nostri interlocutori, dalla Ue all'Onu, perché il problema è globale".
In un'intervista al Gazzettino, Nordio sottolinea che i migranti "arrivano senza denari, senza lavoro, e senza prospettive. L'unica cosa che hanno sono i debiti contratti con gli scafisti, che non ne esigono il pagamento tramite avvocati, ma minacciando di tagliar loro la gola. Quindi, per la gran parte di questi poveretti è quasi inevitabile ricorrere a finanziamenti illegali, come il piccolo spaccio di droga, i furti, e per molte donne la prostituzione".
Le nostre carceri "sono già oltre il limite della sopportazione". Una percentuale della popolazione carceraria, talvolta fino al 50%, "è costituita da extracomunitari". Al momento attuale "la linea del governo è sacrosanta: dobbiamo mandare a tutti il messaggio che l'Italia non è, o almeno non è più, l'unico principale stato di approdo dei migranti, che poi ne curi la permanenza".
Se l'accordo di Dublino "fosse applicato davvero, i migranti raccolti dalle navi delle Ong straniere dovrebbero esser portati, magari dopo i primi soccorsi urgenti, negli stati di bandiera delle imbarcazioni, perché quello è lo Stato di primo accesso". Detto questo, "l'accordo di Dublino è stato firmato quando questa problematica era molto diversa, e può benissimo essere rivisto".
Con la Francia comunque, "non solo si può, ma si deve" ricucire. "Era già programmato nei prossimi giorni un mio incontro a Parigi con il mio omologo francese - ricorda - Sono certo che, anche senza entrare nel merito di questa problematica, ci intenderemo sui problemi più importanti".
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