Gris, un'avventura portatile tra piattaforme e dolore
Il disperato urlo senza voce della protagonista di una favola interattiva da vivere su dispositivi mobile
Coniugare una narrazione drammatica che racconta del dolore e della perdita con le regole di un videogioco, che dovrebbe divertirvi e spingervi a continuare a giocare, non è banale né semplice. Gris è uno dei pochi titoli a riuscirci, a nostra memoria: è un platform che racconta il viaggio della protagonista alla riconquista dei colori e della voce, in un mondo etereo e triste.
Probabilmente molti dei giocatori di Gris, che prima del debutto su mobile ha venduto più di un milione di copie su PC e console, non si sono resi nemmeno conto del significato dietro a puzzle e piattaforme, almeno fino alla fine dell’avventura. Questo perché Gris prima di tutto è un ottimo videogame.
Si tratta di un platform acuto e preciso, che anche su schermi touch permette di giocare in scioltezza e di arrivare a quella piattaforma là in alto, magari con il vento contrario, senza incertezze: se cadete nel vuoto, insomma, non è colpa dei controlli. I livelli di Gris sono eleganti e dopo un po’ anche coloratissimi: generalmente sono caratterizzati da un singolo colore, ma è declinato in una marea di sfumature e tonalità pastello artisticamente magistrali, e sono un vero spettacolo soprattutto sugli schermi Retina dei più moderni iPhone o iPad, con animazioni e sfondi davvero unici.
Ci sono degli enigmi: niente d'insormontabile, e raramente dovrete incaponirvi per capire come superare una sezione. La soluzione è sempre a portata di mano, e generalmente include dover trovare dei “punti luminosi” che vi permettono di aprire un passaggio di qualche tipo. In tutta l’avventura avremo trovato due o tre puzzle veramente ostici, e il fatto che il gioco sia uscito su PC e Switch da qualche anno presenta il vantaggio di poter trovare facilmente dozzine di guide su YouTube, da consultare solo se siete proprio bloccati.
Volutamente, il gioco non dà indizi di nessun tipo. Non ci sono obiettivi chiari da raggiungere, né un'interfaccia che spieghi nemmeno vagamente cosa bisogna fare o cosa il gioco si aspetti da noi. Tranquilli, disorientarvi è il piano di Gris: farvi sentire un po’ soli, abbandonati, e spingervi a uscire dal guscio e sperimentare in questa o quella direzione. Quando si scopre finalmente la storia dietro il gioco, con il suo epilogo ben lontano dall’usuale principessa da salvare o mostro da uccidere, l’impatto emotivo si fa sentire.
Gris è arrivato da poco su Apple Arcade (noi l'abbiamo scaricato Gris su iPhone 13), l’abbonamento "all you can Play" da circa 5 euro mensili proposto dalla casa di Cupertino, ed è un'occasione imperdibile per goderselo senza spendere un centesimo extra. Il sistema di controllo touch è perfetto, anche se lo schermo relativamente piccolo di iPhone costringe a usare le dita sullo schermo in punti che vorreste vedere: in tal senso, meglio optare per la versione iPad, un po’ più comoda per godersi l'ottimo comparto grafico.
Gris+, le immagini della versione per Apple Arcade
Avevamo già portato a termine l'avventura di Gris su Switch, e ce lo siamo rigiocati molto volentieri su iPhone una seconda volta, assaporando anche meglio la storia dietro al platform. È possibile acquistarlo a circa 16 euro su PC e sulla console ibrida di Nintendo, oppure intorno ai 5/6 euro su smartphone Android o nella versione console per PS4.
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