San Casciano dei Bagni come Riace (cinquant'anni fa lo straordinario ritrovamento nella città calabrese): sono tornate alla luce dall'acqua e dal fango 24 statue di bronzo etrusche, in perfetto stato di conservazione, ex voto; insieme ad altri oggetti e cinquemila monete in oro, argento e bronzo. Sono queste le nuove eccezionali scoperte restituite dalla campagna di scavo al santuario etrusco-romano connesso all'antica vasca sacra della sorgente termo-minerale del Bagno Grande della città in provincia di Siena.
I bronzi di San Casciano dei Bagni raffigurano le divinità venerate nel luogo sacro, assieme agli organi e alle parti anatomiche per le quali si chiedeva l'intervento curativo della divinità attraverso le acque termali.
Sangiuliano: "Italia Paese dai tesori immensi e unici" - Dal fango caldo sono riemerse in queste settimane effigi di Igea e di Apollo, oltre a un bronzo che richiama il celebre Arringatore, scoperto a Perugia e nelle collezioni storiche del Museo Archeologico Nazionale di Firenze. "Un ritrovamento eccezionale, che conferma una volta di più che l'Italia è un Paese di tesori immensi e unici. La stratificazione di diverse civiltà è un unicum della cultura italiana", ha commentato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che proprio ieri, in occasione di una delle sue prime visite fuori Roma, è stato a Grosseto al laboratorio dell'Istituto centrale del restauro, dove sono in corso le attività di studio e i primi interventi sui bronzi.
In eccezionale stato di conservazione - L'eccezionale stato di conservazione delle statue all'interno dell'acqua calda della sorgente ha permesso anche di preservare meravigliose iscrizioni in etrusco e latino che furono incise prima della loro realizzazione. Nelle iscrizioni si leggono nomi di potenti famiglie etrusche del territorio dell'Etruria interna, dai Velimna di Perugia ai Marcni noti nell'agro senese.
Al lavoro 60 esperti da tutto il mondo - "Una scoperta che riscriverà la storia e sulla quale sono già al lavoro oltre 60 esperti di tutto il mondo", dichiara l'etruscologo responsabile dello scavo, Jacopo Tabolli. È cosi' infatti che, 50 anni dopo la scoperta nel 1972 dei celebri Bronzi di Riace, si riscrive a San Casciano dei Bagni la storia dell'antica statuaria in bronzo di età etrusca e romana. "È la scoperta più importante dai Bronzi di Riace e certamente uno dei ritrovamenti di bronzi piu' significativi mai avvenuti nella storia del Mediterraneo antico", spiega il direttore generale dei Musei, Massimo Osanna. A San Casciano, grazie ai recenti finanziamenti del MiC, nascerà un nuovo museo per ospitare i reperti. "Lo studio e la valorizzazione di questo tesoro sarà un'ulteriore occasione per la crescita spirituale della nostra cultura e per il rilancio di territori meno noti al turismo internazionale", sottolinea Sangiuliano.
Capolavori a cavallo tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C. - La gran parte di questi capolavori dell'antichità si data tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C., un periodo storico di importanti trasformazioni nella Toscana antica, nel passaggio tra Etruschi e Romani. In quest'epoca di grandi conflitti tra Roma e le città etrusche, ma anche di lotte all'interno del tessuto sociale dell'Urbe, nel santuario del Bagno Grande le nobili famiglie etrusche, in una fase in cui l'espansione di Roma significa anche osmosi culturale, dedicarono le statue all'acqua sacra. Un contesto multiculturale e plurilinguistico assolutamente unico, di pace, circondato da instabilità politica e guerra.
A San Casciano un nuovo museo e un parco archeologico - "Questa scoperta offre a San Casciano un'opportunità che non è solo culturale e turistica, ma è una vera e propria occasione di rinascita", dichiara la sindaca del Comune toscano, Agnese Carletti, annunciando che grazie alla scoperta, a San Casciano nasceranno un nuovo museo, che ospiterà le eccezionali statue, e un parco archeologico. "La campagna di scavo che ho avuto l'onore e il piacere di dirigere sul campo per 14 settimane tra giugno e ottobre ha ottenuto risultati stupefacenti e in parte inaspettati", commenta il Direttore di scavo, Emanuele Mariotti. "I ritrovamenti e la monumentalità del sito hanno superato le nostre aspettative".