Clima, al via a Sharm el Sheikh la Cop27: attesa anche Giorgia Meloni | L'allarme dell'Oms: tra il 2030 e il 2050 oltre 250mila morti in più all'anno
Circa 30mila i partecipanti attesi nel Paese delle piramidi per discutere di surriscaldamento globale, emissioni nocive e delle modalità per far fronte ai cambiamenti climatici
Prende il via a Sharm el Sheikh, in Egitto, la Cop27, la Conferenza delle parti della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Circa 30mila i partecipanti attesi per discutere di surriscaldamento globale, emissioni nocive e delle modalità per far fronte ai cambiamenti climatici. Tra i partecipanti anche capi di Stato e di governo, incluso il presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, secondo quanto rivelato da una fonte diplomatica del Cairo all'agenzia Nova, potrebbe tenere un bilaterale con il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi.
Diplomatici, esperti, decisori politici e rappresentanti di aziende, organizzazioni non governative e della società civile a confronto. Il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, presidente designato della Conferenza, ha fatto sapere che l'obiettivo dell'evento è passare dalla negoziazione e pianificazione alla realizzazione degli obiettivi posti nelle passate edizioni. Le questioni che verranno discusse, a detta del ministro, riguarderanno, l'adattamento ai cambiamenti climatici, la mitigazione delle ripercussioni negative, i danni causati dal cambiamento climatico e i possibili finanziamenti.
Durante la Cop26 di Glasgow, i partecipanti si erano impegnati ad accelerare la riduzione di combustibili fossili e di emissioni di carbonio. Nel Glasgow Climate Act, i firmatari avevano stabilito di contenere l'aumento medio della temperatura terrestre entro 1,5 gradi rispetto ai livelli pre-industriali, a ridurre del 45% le emissioni di CO2 entro il 2030, ad approvare e adottare i meccanismi dell'accordo di Parigi e a raddoppiare le misure finanziarie a sostegno dell'adattamento climatico. I Paesi partecipanti si sono poi impegnati ad aggiornare i piani nazionali con obiettivi più ambiziosi.
Tuttavia, finora solo 24 Paesi su 193 hanno presentato i loro piani alle Nazioni Unite, ha fatto sapere l'Onu stessa. "I governi nazionali devono rafforzare ora i loro piani d'azione per il clima e attuarli nei prossimi otto anni", ha messo in guardia Simon Stiell, segretario esecutivo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, durante un briefing con la stampa la scorsa settimana.
Oms: tra il 2030 e il 2050 oltre 250mila morti all'anno per il clima - Secondo le previsioni dell'Oms, tra il 2030 e il 2050 il cambiamento climatico provocherà circa 250mila morti in più all'anno per malnutrizione, malaria, diarrea e stress da caldo. Si stima che entro il 2030 i costi dei danni diretti alla salute (esclusi i costi nei settori che determinano la salute come l'agricoltura, l'acqua e i servizi igienici) siano compresi tra 2 e 4 miliardi di dollari all'anno.
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