"HOUSE PARTY"

Deda riavvolge il nastro e torna al rap... ma è tutta un'altra cosa: "Nessuna nostalgia"

Il rapper, producer e co-fondatore, nel 1993, del gruppo Sangue Misto, presenta a Tgcom24 il suo producer album "House Party"

di Antonella Fagà

© Enrico Rassu

Deda (vero nome Andrea Visani) torna al rap. Protagonista assoluto della prima stagione dell'hip hop italiano, prima con Isola Posse e poi, insieme a Neffa e Dj Gruff, con i Sangue Misto, il rapper e produttore di Ravenna, riavvolge il nastro presentando il suo primo producer album "House Party": "Nessuna nostalgia però", ci tiene a sottolineare Deda a Tgcom24: "Riavvolgo il nastro... ma con un’attitudine completamente diversa".

Album raffinato, maturo e ricco di contaminazioni musicali "House Party" si apre con il brano "Universo", che è anche il titolo del singolo del producer, uscito il 14 ottobre, con le voci di Neffa e Fabri Fibra. Due dei tantissimi collaboratori che Deda ha chiamato a raccolta per questo suo primo album da produttore. Nelle dieci tracce si avvicendano infatti le voci di Frah Quintale, Jake La Furia, Emis Killa, Gemitaiz, Ensi, Coma Cose, Salmo, Davide Shorty, Ghemon, Frank Siciliano, Danno, Sean Martin, Inoki, Mistaman e Al Castellana.

Un vero e proprio esercito di artisti della vecchia scuola e di generazioni anche più giovani. Il fil rouge è l'old school del rap però...
In un certo senso confermo perché... io sono old, anagraficamente intendo, ho 51 anni (ride, ndr)
A parte tutto mi interessava interfacciarmi con persone che conosco, che stimo, di cui sono amico e con cui ho condiviso tanto.  Il disco si apre con la voce di Neffa e si chiude con Al Castellana, ma c'è Fabri, Sean Martin... il resto degli ospiti l'ho individuato cercando proprio tra le persone che avevano in qualche modo a che fare con il mio background e la cui produzione artistica risuonasse alle mie orecchie come familiare. Quindi non l'ultimissima generazione, ma persone abbastanza in sintonia con me, che sento vicine alla mia sensibilità musicale.

Ritorno al rap, ma senza nostalgia ...

Una mia prerogativa è sempre stata quella di guardare avanti senza concentrarmi troppo su quello che è successo, anche se significativo. Ho sempre assecondato la mia voglia di sperimentare, innovare. Quindi riavvolgere il nastro può funzionare, ma l’attitudine è completamente diversa, è rivolta piuttosto al futuro.
Ci tenevo che questo disco rappresentasse tutto il percorso che io ho compiuto negli ultimi 20 anni, ovvero quelli in cui ho abbandonato il rap, ma anche negli ultimi 30-35 anni, per comprendere tutta la mia carriera musicale.
 

"House Party" è un compendio quindi, una specie di opera omnia in cui hai messo tutte le tue esperienze musicali, ma è anche un producer album...

In Italia i producer album sono una novità, ma nemmeno così tanto come si pensa, ci sono stati esempi anche negli anni Novanta. Nell'hip hop la figura del produttore è diventata sempre più importante: il producer ha la possibilità di plasmare un mondo musicale in maniera autonoma. 
L'idea del titolo e della cover del disco vuole omaggiare proprio questa figura, che nella solitudine del suo studio può ricreare mondi musicali, che una volta che prendono vita e sono affollatissimi di energie e persone. Ecco perché il computer da solo in mezzo alla stanza. "House party" unisce la solitudine con la folla festosa...
 

Un album che raccoglie vari mondi musicali...

E' stata un'operazione finalizzata a creare un prodotto contaminato... da tutte le mie esperienze. Il mio percorso è stato lungo e variegato ed era importante che questo disco rispecchiasse proprio questo.
Il ruolo del musicista e del deejay, attività che continuo ancora, è quello di proporre sempre qualcosa di nuovo, che la gente non si aspetta. 

Negli ultimi anni ho fatto cose diverse tra loro. Il progetto Katzuma, che esiste da 15 anni, si muove in territori pensati per il ballo, funky, disco e house, generi legati anche alla mia professione di deejay, attraverso la quale è anche cambiato il mio rapporto con la produzione musicale, perché fondamentalmente vuol far ballare. Ma ho fatto anche cose nel mondo delle colonne sonore e del jazz, del soul.
Ci tenevo tanto che questo album fosse il proseguimento di un percorso quindi e non un ritorno al passato. Primo perché la musica di oggi si è evoluta in tantissime direzioni, e poi perché come produttore, con una sua storia, mi interessava avere un suono che si differenziasse dagli standard attuali, che sono molto ben definiti, anzi direi standardizzati

Sotto quale etichetta collocheresti il disco?

Mi piacerebbe fare a meno delle definizioni, ma se usate con criterio non mi danno fastidio. "House Party" potrebbe stare sotto il grande cappello dell'urban. Anche se trovare una etichetta che comprenda un po' il mio mondo in questo disco è complicato, c'è del rap del soul, dell'indie...

Ha abbandonato le rime... tornerai a scrivere?

Ho abbandonato le rime già nel 2000, quindi 22 anni fa, sono convinto che il modo che funziona per me sia quello della produzione musicale, il rap ha raggiunti livelli troppo alti di tecnica negli anni e non cedo di potermici più misurare. Ogni tanto mi capita di fare free style con gli amici e lo trovo divertente 

Cosa pensi della scena musicale di oggi

Mi fa molto piacere notare che i giovane sono disposti ad ascoltare un po' di tutto... prima c'era un atteggiamento più settoriale. Adesso noto che alle serate si può suonare quasi tutto e la gente è disposta a capire e apprezzare
 

Con i Sangue Misto hai fatto rap, diciamo "da barricata", adesso il rap è altro cosa 

Io credo che il rap che c'è oggi in Italia sia variegato e vastissimo, si è raggiunto un livello in cui ognuno ci può trovare dentro quello che vuole, c'è il rap che mi fa ricordare quello che facevano noi tanti anni fa e c'è anche tanto rap che parla d'altro, ma è sempre stato così. Il  rap tratta di qualsiasi argomento, quindi anche 30 anni fa non c'era solo il rap da barricata, ma anche il rap da festa e quello un po' volgare, scomodo, che parlava di culi, ci sono stati gruppi che ci hanno fatto una carriera su questo...
Questa è stata la forza del rap... sempre.
Un discorso parallelo è che il rap è lo specchio di quello che succede nella società, quindi si può dire che oggi certi aspetti che hanno a che fare con i soldi, con l'apparire, sono rilevanti per i giovani di oggi, non è colpa del rap, ma ahinoi, della società anche se mi suona molto boomer dire una cosa così.

Cosa pensi di fare dopo "House Party"? Hai abbandonato il progetto Katzuma?
No, intendo proseguire e ho anche fatto altre cose in quella direzione. Mi piacerebbe anche portare un deejay set per presentare questo disco, che non posso presentare dal vivo per ovvi problemi tecnici: radunare tutti sullo stesso palco nello stesso momento sarebbe impossibile.  
E poi mi piacerebbe continuare a produrre con l'attitudine di seguire quello che mi va di fare.  Ogni volta che finisco un progetto mi viene voglia di fare qualcosa di diverso, di nuovo.
E infine mi piacerebbe produrre con altri artisti che non hanno collaborato a questo disco .

Con chi?
Non posso dirlo... sono tanti

Marra? Tiziano Ferro?
Beh Marra assolutamente sì e anche Tiziano Ferro naturalmente, so che è un fan dei Sangue Misto... quindi sì sarebbe una figata.  Ci sono tanti talenti forti in Italia... ma comunque anche fare altre cose con chi ha già collaborato in questoalbum non mi dispiacerebbe

Hai mai pensato di ricomporre i Sangue Misto? Se vi offrissero di esibirvi a Sanremo?
Sarebbe l'universo che implode... No,  dire il vero non sono un gran fan delle reunion, anche perché sanno di nostalgia, che non è proprio qualcosa che gradisco. Con Neffa ho continuato a collaborare e siamo molto amici e abbiamo anche pensato di fare qualcosa insieme, ma mai nell'ottica di rifare una reunion... dopo 28 anni non avrebbe senso.