Quattro anni fa, Sony Santa Monica ha reinventato l'universo di God of War cambiando ambientazione e mitologia, mettendo in scena nuovi personaggi al fianco dell'inossidabile Kratos e dando vita a una nuova, emozionante storia da vivere tutta d'un fiato. Quattro anni più tardi, l'azienda californiana torna con un sequel ufficiale che riprende dal finale del precedessore per raccontare un nuovo atto nella storia del dio della guerra e di suo figlio Atreus.
Con un cambio in cabina di regia che ha visto Eric Williams raccogliere il testimone da Cory Barlog e la pubblicazione in contemporanea su PlayStation 4 e PS5, il seguito di God of War ha una responsabilità importante: rispettare l'eredità del capitolo precedente e dar vita a una conclusione appropriata per il viaggio che padre e figlio affronteranno tra i nove regni della mitologia norrena.
LA FINE DEL MONDO - God of War: Ragnarok parte qualche tempo dopo le vicende del capitolo lanciato nel 2018, mostrando Kratos e Atreus (più grande, maturo e indipendente rispetto al passato) alle prese con un gelido e incessante inverno noto con il nome di Fimbulwinter. Un evento che anticipa una catastrofe di proporzioni ben maggiori, il Ragnarok: la fine di tutti i regni scatenata proprio dal duo protagonista dopo l'uccisione di Baldur, figlio di Odino e antagonista del capitolo precedente.
La profezia vista nel finale del gioco del 2018 anticipa un ruolo di rilievo da parte dei personaggi principali in quest'apocalisse, e così dopo essersi nascosti per circa tre anni, i due decidono di uscire allo scoperto e partire in cerca di un segnale, ciascuno con intenzioni differenti: c'è chi desidera continuare a evitare a tutti i costi di essere coinvolti nel Ragnarok e in un potenziale scontro con le divinità Aesir (inclusi Thor e Odino) e chi, al contrario, intende cercare risposte, scoprire la verità sulla sua natura e porre fine all'egemonia degli dei, portando alla caduta di Asgard.
Il viaggio di God of War: Ragnarok riparte da una Midgard completamente avvolta nel gelo, aspetto che ha permesso agli sviluppatori di rendere diverse anche quelle ambientazioni (come Muspelheim e Alfheim) già viste nel capitolo precedente: muoversi nella nuova ambientazione offre una ventata d'aria fresca pur mantenendo una certa coerenza e continuità con il passato, mentre i due personaggi possono sfruttare vecchi e nuovi trucchi appresi in questi tre anni di addestramento per spostarsi più agevolmente negli spazi, incontrando vecchi alleati e nuovi compagni lungo un cammino che può tenere impegnati i giocatori dalle 40 alle 50 ore al suo livello di difficoltà standard.
Le Lame del Caos rispolverate da Kratos per salvare suo figlio nell'originale sono ora utilizzabili come rampino per arrampicarsi rapidamente, superare un burrone o per distruggere pareti più deboli, mentre l'ascia Leviatano può essere utilizzata per congelare gli oggetti con cui risolvere enigmi o per sbloccare meccanismi. L'interazione ambientale ha un ruolo più centrale e rende più piacevole tanto l'esplorazione quanto i combattimenti negli spazi più ampi, con opportunità originali che si presentano man mano che si avanza nella storia.
Tutto funziona in modo immediato, con le novità che sono ben integrate all'interno dello schema di comandi a cui il capitolo precedente ci ha abituato. Kratos può combattere con le sue due armi, schivare gli attacchi o effettuare una mossa elusiva per evitare colpi imparabili, o all'occorrenza sfruttare il suo scudo per contrattaccare premendo un tasto con il giusto tempismo. Atreus, diventato un formidabile guerriero, combatte in modo più indipendente e offre un valido aiuto tanto nei combattimenti quanto nell'esplorazione, risultando particolarmente prezioso - con le sue frecce soniche e sigillo - per risolvere enigmi altrimenti impossibili.
PIÙ BRUTALE CHE MAI - Man mano che passa il tempo gli elementi che espandono i tre cardini del gameplay (esplorazione, rompicapo e combattimenti) diventano tali da rendere l'esperienza di gioco molto più varia e divertente rispetto al passato: è particolarmente vero quando si imbracciano le armi per combattere, sfruttando vecchi e nuovi trucchi (come la possibilità di ghiacciare l'ascia o infuocare le lame per infliggere effetti di stato agli avversari) per affrontare una varietà di nemici a dir poco impressionante, specialmente quando ci si imbatte in uno dei tanti boss presi in prestito dalla mitologia norrena, capaci di rendere la vita di Kratos e Atreus un vero inferno.
Nuove mosse, abilità più potenti, attacchi runici devastanti e una gestione della difesa migliorata (con varie tipologie di scudo, ciascuna caratterizzata da pro e contro che si adattano a vari stili di gioco) rendono i protagonisti molto più letali in combattimento, anche grazie a un sistema che espande il tradizionale albero delle abilità per creare delle varianti più devastanti dei poteri a cui è possibile applicare un "gettone mod" una volta completate determinate sfide, dando a ciascun potere nuove abilità come impeto, stordimento e così via.
Quando si ha l'impressione che l'esperienza di gioco non sia cambiata più di tanto ma abbia aggiustato qualcosina qua e là, Santa Monica Studio rivela la vera natura di un sequel più ambizioso di quanto i materiali promozionali mostrati finora abbiano svelato realmente: avanzando nella storia si assiste a un cambio di prospettiva, a nuove collaborazioni che consentono di approcciarsi all'azione in modo differente, e si arriva persino a sbloccare nuovi strumenti con cui manipolare lo scenario circostante, aprendo dei varchi o creando degli appigli per esplorare luoghi fino a quel momento impossibili da raggiungere.
Con nuove ambientazioni tutte da scoprire, personaggi inediti con cui collaborare o lottare, nuove attività secondarie, c'è tanto da fare nel nuovo progetto in esclusiva PlayStation: Ragnarok rivela lentamente tutte le sue carte, portandoci a vivere un viaggio emozionante in cui ogni personaggio si fa apprezzare per l'incredibile caratterizzazione che lo contraddistingue, per l'ottima recitazione e per una regia che, con il suo piano sequenza senza soluzione di continuità, rende il giocatore l'ennesimo personaggio chiamato ad accompagnare Kratos e Atreus nel percorso che porterà eventualmente alla fine del mondo.
Il tutto mentre su schermo si scorgono scenari mozzafiato e si consumano momenti di grande impatto, con la colonna sonora sempre suggestiva che scandisce con fare a dir poco impeccabile gli eventi accompagnando con cura le ottime performance degli attori che hanno prestato il proprio talento per i personaggi principali e comprimari, impreziositi da un buon doppiaggio in italiano che testimonia i soliti sforzi di PlayStation nel localizzare nella nostra lingua le sue esclusive, oltre alle numerose opzioni di accessibilità che rendono il gioco adatto a chiunque.
Se siete in cerca di un nuovo gioco d'azione con cui trascorrere decine di ore, con cui mettervi alla prova affrontando alcune tra le boss fight più belle e ardue degli ultimi anni, allora God of War: Ragnarok è il prodotto che fa per voi: un sequel che amplia ogni aspetto possibile della produzione originale dando vita a un'epopea varia, emozionante e decisamente imperdibile per chiunque sia in possesso di una console PlayStation.
Come lo abbiamo giocato
Abbiamo trascorso più di quaranta ore in compagnia di God of War: Ragnarok per portare a termine l'avventura di Kratos e Atreus al livello di difficoltà intermedio, ma per scoprire tutto ciò che i nove regni hanno da offrire lungo il cammino è necessario spingersi ancora oltre, spendendo fino a 60-70 ore a seconda della vostra bravura. Noi abbiamo impiegato 65 ore per sbloccare il trofeo di Platino, che si ottiene una volta completato tutto al 100% e sconfitti dei particolari nemici nell'endgame.
Può piacere a chi…
… ha apprezzato la formula del 2018 e sperava in un sequel capace di espanderla
… desidera un combat system soddisfacente e divertente
… ama le storie dal grande impatto emotivo
Potrebbe deludere chi…
… non ha apprezzato il nuovo corso della saga di Santa Monica Studio
… sperava in una storia più breve e lineare
… non ama le sfide e preferisce esperienze di gioco più semplici
God of War: Ragnarok è un gioco consigliato ai maggiori di 16 anni.