Rave, Giorgia Meloni: "Rivendico la norma, non negheremo diritto a esprimere dissenso"
Forza Italia chiede alcune correzioni alla norma che, pur "non essendo liberticida" e pur non rappresentando motivo per una "crisi politica", spiega Giorgio Mulé, presenta un "paio di criticità"
Sulla contestata norma rave, il premier Giorgia Meloni ne rivendica la paternità, sottolineando di esserne fiera "perché l'Italia, dopo anni di governi che hanno chinato la testa di fronte all'illegalità, non sarà più maglia nera in tema di sicurezza". "È giusto perseguire coloro che spesso arrivati da tutta Europa partecipano ai rave illegali nei quali si occupano abusivamente aree private o pubbliche, senza rispettare nessuna norma di sicurezza e, per di più, favorendo spaccio e uso di droghe", spiega il premier.
"Le strumentalizzazioni sul diritto a manifestare lasciano il tempo che trovano, ma vorrei rassicurare i cittadini che non negheremo a nessuno di esprimere il dissenso", scrive Giorgia Meloni su Facebook.
"Ho letto diverse dichiarazioni da parte di esponenti dell'opposizione in merito alle misure prese in Consiglio dei Ministri sui cosiddetti rave party abusivi. Dopo aver rassicurato "tutti i cittadini, qualora ce ne fosse bisogno", aggiunge: "A negarlo in passato, semmai, sono stati proprio coloro i quali oggi attaccano i provvedimenti del nostro esecutivo, difendendo di fatto chi invade terreni ed edifici altrui". "Abbiamo dimostrato - conclude la Meloni - che se lo Stato c'è, può garantire ai cittadini di vivere in una Nazione più sicura e che anche in passato si sarebbero potuti arginare episodi simili. Infine, vorrei ringraziare le Forze dell'Ordine che hanno gestito in modo ordinato e in piena sicurezza lo sgombero del capannone a Modena".
Anche Forza Italia chiede correzioni - A chiedere correzioni sulla norma è anche un pezzo della maggioranza: Forza Italia annuncia infatti emendamenti sulla "pena spropositata" e "la genericità" del decreto, come specifica il forzista Giorgio Mulé. Il vicepresidente della Camera difende la legge ("non è liberticida") ma ammette un paio di criticità e poi ridimensiona le polemiche: "Non comportano una questione di crisi politica". Sulla scia delle perplessità espresse nei giorni scorsi dal coordinatore azzurro Antonio Tajani, specie sull'ipotesi di intercettare le chat di chi partecipa a un rave, gli azzurri ora chiedono paletti e modifiche. Ovviamente in Parlamento. Se ne faportavoce il sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, fresco di giuramento a Palazzo Chigi. "Ognuno potrà dire la propria ma bisogna evitare a tutti i costi che questa norma possa essere applicata alla legittima manifestazione di dissenso, da quella sindacale a quella scolastica. Su questo dovremmo essere attenti e fare in modo che questo epilogo non ci sia".
Modena, lo sgombero del rave party abusivo
Nordio: "La norma non incide sui diritti d'espressione" - "La norma tutela i beni giuridici dell'incolumità e della salute pubblica, nel momento in cui questi beni sono esposti ad un pericolo". Cosi' il ministro della giustizia, Carlo Nordio, in merito al provvedimento emanato in relazione ai raduni rave. Il guardasigilli poi sottolinea: "Essa non incide, né potrebbe incidere minimamente sui sacrosanti diritti della libera espressione del pensiero e della libera riunione, quale che sia il numero dei partecipanti". Il ministro Nordio quindi spiega: "La sua formulazione complessa è sottoposta al vaglio del Parlamento, al quale è devoluta la funzione di approvarla o modificarla secondo le sue intenzioni sovrane".
La norma anti-rave party
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