Opposizioni all'attacco per il decreto anti-rave varato dal governo che secondo alcuni potrebbe avere ripercussioni anche su scuole, atenei e piazze. Il segretario Pd Enrico Letta: "I rave non c'entrano nulla con una norma simile. Il governo ritiri il primo comma dell'art 434 bis di riforma del Codice Penale. È un gravissimo errore". Molto duro Giuseppe Conte, presidente M5s: "Norma da Stato di polizia, un intervento raccapricciante". Fonti del Viminale rassicurano: "La nuova norma non lede il diritto di espressione e la libertà di manifestazione". Matteo Salvini: "Indietro non si torna".
Pd: "È la libertà dei cittadini che così viene messa in discussione" - "La destra chiami le cose con il loro nome: quella approvata non è una norma anti rave party, ma una norma contro la libertà di incontrarsi e di manifestare",. Così, sui social, la presidente del Pd al Senato Simona Malpezzi.
Conte: "Norma da Stato polizia, intervento raccapricciante" - "Nel decreto-legge adottato ieri dal Governo compare una nuova fattispecie di reato. Premetto che io stesso, nel mio post di ieri avevo aperto ad "azioni mirate a maggiore prevenzione e contrasto dell'illegalità" per contrastare raduni che creano, oggettivamente, problemi di ordine pubblico e sicurezza, anche a garanzia dell'incolumità degli stessi partecipanti. Ma il modo con cui si è intervenuti è raccapricciante. Ci aspettavamo come primo atto del Governo un intervento per il caro-bollette e per il caro-prezzi. Nulla di tutto questo. Questa è una norma da "stato di polizia".
Matteo Salvini: "Indietro non si torna" - "Un Pd ormai in confusione totale difende illegalità e raveparty abusivi, chiedendo al governo di cambiare idea. No! Indietro non si torna, le leggi finalmente si rispettano". Lo twitta il vicepremier Matteo Salvini, replicando al tweet in cui il segretario del Pd Enrico Letta chiede all'esecutivo di ritirare la norma sui rave party.
Penalisti: con nuovo reato intercettazioni possibili - "La norma che vieta i rave stabilisce sanzioni anche per i partecipanti, nei confronti dei quali la pena è 'diminuita'. Ciò vuol dire che il giudice, al termine del processo, deve applicare una diminuzione che può arrivare fino ad un terzo della pena edittale che nei confronti degli organizzatori può andare dai tre ai sei anni. Non comprendo, quindi, perché il premier Meloni abbia voluto rivendicare di non avere dato il via libera alle intercettazioni dal momento che questo reato prevede pene superiori ai cinque anni", afferma il presidente delle Camere Penali, Gian Domenico Caiazza.
Viminale: norma non lede la libertà di manifestare - Nel dibattito interviene anche il Viminale, che chiarisce: "La norma anti rave illegali interessa una fattispecie tassativa che riguarda la condotta di invasione arbitraria di gruppi numerosi tali da configurare un pericolo per la salute e l'incolumità pubbliche. Non lede in alcun modo il diritto di espressione e la libertà di manifestazione sanciti dalla Costituzione e difesi dalle Istituzioni".
Letta: "La precisazione del Viminale conferma il pasticcio" - "Le precisazioni del Viminale sulla questione rave party non cambiano la questione giuridica che abbiamo posto. Anzi, la precipitosa e inusuale precisazione conferma che hanno fatto un pasticcio. Che si risolve solo col ritiro della norma". Lo scrive su twitter il segretario del Pd Enrico Letta commentando la precisazione fatta dal ministero dell'Interno sulla cosiddetta norma anti-Rave.