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Rave party, Conte: "Ok stretta ma governo spieghi anche Predappio"

Il leader del M5s chiede chiarezza non solo su Modena: "Dica qualcosa sulla sfilata delle duemila camicie nere e sugli studenti malmenati dalle forze dell'ordine all’Università La Sapienza"

© Ansa

Dopo il rave party di Modena, Giuseppe Conte chiama in causa il governo: "Leggiamo da indiscrezioni che il ministro Piantedosi dovrebbe presentare oggi in Cdm un decreto per tracciare la nuova linea di fermezza e rigore in materia di sicurezza e ordine pubblico - scrive il leader del M5s, su Facebook -. Ben vengano azioni mirate a maggiore prevenzione e contrasto dell'illegalità, ma allo stesso modo ci aspettiamo dal titolare del Viminale e dal governo una parola chiara sulla sfilata delle duemila camicie nere di Predappio".

 Sul rave party, dunque, per Conte bene la stretta del governo ma non basta. Chiede delucidazioni sulla marcia "dove inni fascisti e braccia tese hanno evidenziato - qualora ve ne fosse bisogno - la labile linea di confine che divide la “nostalgia” dall’”apologia”.

E anche una posizione chiara dal governo "sugli interventi delle forze dell’ordine - scriva ancora Conte -  nei confronti degli studenti malmenati all’Università La Sapienza, nonostante questi fossero indifesi e non avessero adottato comportamenti palesemente violenti. Consentire a tutti una piena libertà di espressione è il fondamento della democrazia, ne siamo convinti. I modi con cui garantire questa libertà non sono però indifferenti ma anzi qualificano la concreta cifra democratica di una società". 

Infine, da Conte, un attacco anche sul Covid: "Sulla gestione Covid  - scrive riferendosi sempre alla Meloni - Le chiedo di presentare al Paese un piano organico, sostenibile ed efficace per affrontare la probabile recrudescenza nei prossimi mesi. Sono il primo a dire che serve un aggiornamento delle misure e che l’attuale risposta non può ricalcare le misure restrittive adottate nel periodo più duro della pandemia. È però importante che le decisioni non siano assunte sull’onda di pregiudizi demagogici, ma continuino ad essere ancorate ad evidenze e criteri scientifici, secondo i principi di adeguatezza e proporzionalità, rendendo accessibili e trasparenti i dati affinché le decisioni siano sempre oggetto di verifica e confronto da parte di esperti e dell’opinione pubblica"

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