CONCERTO NEI CLUB

Per i Muse solo musica e niente effetti speciali: a Milano ritrovano le loro radici

La band di Matt Bellamy, in attesa del tour negli stadi, è stata protagonista di uno show "intimo" ma carico di energia. Tgcom24 c'era

di Massimo Longoni

© Elena Di Vincenzo

I Muse tornano alle loro radici e ritrovano se stessi. La band di Matt Bellamy è stata protagonista all'Alcatraz di Milano di un concerto nell'ambito di un tour nei teatri e nei piccoli club, quasi un'eresia per un gruppo abituato da anni ormai a riempire palazzetti e stadi. E infatti per l'anno prossimo il nuovo tour negli stadi è già stato annunciato, con tanto di date in Italia. Ma per il momento hanno scelto un'altra dimensione: niente grandi scenografie o effetti speciali, solo musica dalla grande energia. E hanno dato il meglio. 

I Muse questa volta hanno scelto la via più inattesa per stupire. Abituati a scenografie futuristiche e ultratecnologiche, produzioni "monstre" e dimensioni in grande scala (come nell'ultimo concerto a San Siro del 2019), i tre inglesi hanno fatto un passo indietro, riavvolgendo di fatto il nastro. Solo un impianto luci semplice ma di effetto e tanto volume. Così Matt Bellamy, Dominic Howard e Chris Wolstenholme hanno letteralmente travolto il pubblico che ha riempito il riempibile del club milanese. E' stato un po' tornare agli inizi degli anni 2000, quando il fenomeno Muse era ancora ad appannaggio di pochi fedelissimi. 

Uno show serrato e senza lungaggini (un'ora e mezza scarsa con pochissime concessioni a discorsetti rivolti al pubblico), che ha dimostrato che in fondo dosare ritmi e dinamiche in maniera intelligente, tenendo alta la tensione per un tempo non eccessivo, può essere anche più soddisfacente di molte maratone a cui siamo stati abituati. Nella scaletta hanno fatto, come prevedibile, la parte del leone i pezzi tratti dall'ultimo album "Will of the People", pubblicato a fine agosto. Però anche nella scelta delle canzoni il terzetto ha guardato non poco al passato. In particolare a "Black Holes and Revelations", vero anello di congiunzione tra la prima fase alternative rock e la seconda più dedicata a un pomposo rock da stadio. L'album del 2006 è stato saccheggiato in maniera importante: "Assassin", "Map of the Problematique", "Supermassive Black Hole", "Starlight" e "Knights of Cydonia" sono stati tra i momenti più coinvolgenti della serata. Ma a rendere speciale l'evento hanno contribuito anche scelte tutt'altro che banali, come i due strumentali "The Gallery" (da "Hullabaloo" del 2002") e "Minimum" (addirittura un lato B del singolo di "Muscle Museum" del 1999), che hanno abbassato la temperatura con atmosfere rarefatte. 

In tutto questo i pezzi nuovi si sono inseriti in modo omogeneo e in un ambiente così contenuto e con l'attenzione tutta puntata sull'esecuzione, senza distrazioni sensoriali di altro genere, i Muse hanno espresso il loro meglio. La potenza di fuoco del terzetto (irrobustito dalla presenza Dan Lancaster alle tastiere e alle percussioni) è ancora di quelle fuori dal comune: Dominic Howard è un batterista capace di mescolare inventiva e potenza come pochi nella sua scena, mentre Wolstenholme con il suo basso costruisce un muro sonoro a prova di di scalfitura. E poi c'è Bellamy. Quello con la sua chitarra è un rapporto simbiotico al limite del parossistico, dove l'effettistica portata all'estremo mette la vera firma a tutti i pezzi e fa da collante della struttura dello show. Il leader si diverte poi a impreziosire diversi brani con citazioni e aggiunte varie: "You Make Me Feel Like Helloween" viene introdotta dalla "Toccata e fuga in Re minore" di Bach, mentre "Supermassive Black Hole" viene chiusa dal riff di "Foxy Lady" di Jimi Hendrix e "Map of the Problematique" addirittura trova in "Duality" degli Slipknot il proprio completamento.     

Un evento unico che non ha tradito le attese dei pochi che sono riusciti ad accaparrarsi i biglietti. Adesso l'appuntamento è per l'estate del 2023, dove il terzetto ritroverà la propria anima kolossal per due date negli stadi, il 18 luglio all'Olimpico di Roma e il 22 a San Siro a Milano.