Sempre più imprenditori italiana guardano con interesse alla Slovenia. Il motivo? Dai nostri "vicini di casa" la crisi energetica non esiste: se da noi, infatti, un kilowattora di energia costa circa 50 centesimi, in Slovenia il prezzo è appena di 12 centesimi. Circa cinque volte in meno. A spiegare a "Quarta Repubblica" il perché di tutta questa differenza è Jurij Giacomelli, economista dell'Università di Lubiana: "In Slovenia - spiega - c'è la centrale nucleare di Krško che è una fonte stabile di approvvigionamento energetico".
L'energia nucleare, in Slovenia, riesce a soddisfare un terzo del fabbisogno energetico del Paese: grazie a un solo reattore, la centrale di Krško può produrre 5.200 giga wattora all'anno. Costruito nel 1981, l'impianto dista 190 kilometri da Trieste e ha a disposizione una rete di cavi ad alta tensione che raggiungono il confine italiano. Tuttavia, il legame tra la centrale è l'Italia non è soltanto geografico: Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, insieme ad altri soci ha offerto alla Slovenia la possibilità di finanziare la costruzione in tre anni di un secondo reattore nella centrale di Krško in cambio di energia a prezzi vantaggiosi. "Questa spesa da 400 milioni di euro - spiega Gozzi a "Quarta Repubblica - ci consentirebbe nei prossimi quindici anni di avere nel nostro portafoglio energetico un'energia a prezzi calmierati e decarbonizzati".