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Palermo, tangenti nella Sanità: 10 misure cautelari

Il valore delle gare truccate ammonta a circa 700 milioni di euro e sarebbero coinvolti manager pubblici e privati

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A Palermo un presunto giro di tangenti nella Sanità siciliana ha portato all'esecuzione di 10 misure cautelari. Il valore delle gare truccate ammonta a circa 700 milioni di euro. Gli indagati sono accusati a vario titolo di corruzione, turbata libertà degli incanti, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, riciclaggio, emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Per i manager pubblici e privati coinvolti nel blitz della Guardia di Finanza che ha travolto la sanità siciliana sono scattati cinque arresti e cinque obblighi di dimora. Si tratta di dirigenti della Regione siciliana, manager delle Aziende sanitarie provinciali di Palermo ed Enna, un appartenente alle forze dell'ordine e tre manager di aziende private che si occupano di forniture per la sanità.

Turbativa di gare pubbliche - Fra le sei gare d'appalto contestate dai magistrati c'è quella del valore di 227,6 milioni di euro indetta per l'affidamento dei servizi di pulizia in ambito sanitario, nel cui contesto sarebbero emerse responsabilità di un pubblico ufficiale dell'Asp di Enna, in qualità di consulente della Regione Siciliana. 

Corruzione - Uno degli episodi di corruzione riguarda un funzionario dell'Asp di Enna, Giovanni Vancheria, e due dirigenti di un'importante società del settore sanitario con l'obiettivo di ottenere indebitamente la prosecuzione di un contratto relativo all'assistenza domiciliare respiratoria per il bacino orientale dell'isola siciliana, del valore complessivo di 140,7 milioni di euro.

I nomi degli indagati - Il giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere per Giovanni Luca Vancheri (classe 1969) di Caltanissetta, funzionario Asp di Enna indagato per corruzione e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Agli arresti domiciliari sono finiti Stefano Mingardi (classe 1965) avvocato di Trezzano sul Naviglio (Milano) indagato per riciclaggio ed emissione di fatture false; Loreto Li Pomi (classe 1963) di Palermo, luogotenente dei carabinieri, indagato per tentata turbata libertà degli incanti; Giuseppe Bonanno (classe 1977) di Caltanissetta, referente della società Althea s.p.a indagato per corruzione; Cristian Catalano (classe 1982) di Palermo anche lui referente della società Althea s.p.a, indagato per corruzione.
Il gip ha invece disposto l'obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria per Luigi Giannazzo (classe 1966) di Catania, amministratore delegato della società Dedalus Italia s.p.a., indagato per corruzione; Giuseppe Gallina (classe 1968) di Carini (Palermo), amministratore della società Healtech s.r.l. indagato per riciclaggio ed emissione di fatture false; Alberto Vay (classe 1973) di Villarbasse (Torino), dirigente della società Vivisol s.r.l., indagato per turbata libertà degli incanti e corruzione; Claudio Petronio (classe 1955) di Molteno (Lecco), dirigente della società Vivisol s.r.l., indagato per turbata libertà degli incanti e corruzione; Massimiliano D'Aleo (classe 1975) di Altavilla Milicia (Palermo), referente della società Generay s.r.l., indagato per tentata turbata libertà degli incanti.

Il blitz segue a un'operazione del 2020 - Le fiamme gialle hanno fatto luce sul sistema corruttivo partendo dalle risultanze investigative provenienti dall'operazione "Sorella Sanità", che, nel maggio del 2020, ha portato all'esecuzione di misure cautelari personali nei confronti di 13 persone.

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