City break

Shopping, cultura, buona tavola: Bologna insuperabile

62 chilometri di Portici premiati dall’Unesco e indicazioni per scoprirne i tanti tesori segreti

Nel 2021 i Portici di Bologna sono entrati a far parte della lista del Patrimonio Mondiale UNESCO: il capoluogo dell’Emilia Romagna conta su ben 62 chilometri di queste intriganti strutture. Tra le arcate, alcune risalenti all’XI secolo, deliziosi ristorantini, eleganti caffè, raffinati negozi d’abbigliamento: da ormai dieci secoli i portici sono un punto di ritrovo, aggregazione e socialità per i bolognesi e i visitatori.

Non solo portici, però: Bologna, con i suoi palazzi, le chiese, la sua vivacissima cultura sempre all’avanguardia, la sua deliziosa cucina nota in tutto il mondo e un’atmosfera unica è la meta privilegiata per un city break. Ecco alcuni aspetti poco conosciuti della città.  

La terrazza sulla torre - La vista più bella della città si gode dalla terrazza sommitale della Torre dell’Orologio di Palazzo d’Accursio, il Palazzo comunale che domina Piazza Maggiore. Si trova sopra il meccanismo di funzionamento dell’orologio e permette di godere di una vista panoramica eccezionale e unica a 360 gradi sul centro storico e sulle colline circostanti. Ha una visuale privilegiata su Piazza Maggiore, la Basilica di San Petronio e in particolare sulle altre torri della città, Asinelli inclusa.

Palazzo Re Enzo - In Piazza Maggiore, fu costruito nel 1244-46 come ampliamento degli edifici comunali. Fu così chiamato perché, durante il XIII secolo divenne la “residenza” di Re Enzo di Sardegna, prigioniero della battaglia di Fossalta. Al pian terreno erano conservate le macchine da guerra, mentre al loggiato del primo piano si tenevano le sedute dei consigli popolari. Fu oggetto di restauro nel 1905 per opera di Alfonso Rubbiani che ripristinò l’aspetto gotico dell’edificio ricostruendone le merlature, le arcate del pianterreno e la scala quattrocentesca. Palazzo Re Enzo coniuga oggi il fascino del passato con la tecnologia più avanzata, ospitando congressi, convention, iniziative culturali, meeting aziendali, mostre ed esposizioni. Sono inoltre occasionalmente organizzare visite guidate.

Curiosità - Si dice che durante la sua permanenza forzata, il “Re Enzo” abbia concepito con una contadina quello che diventerà il capostipite della famiglia Bentivoglio, storica reggente della città.-Nell’arcata a quattro cuspidi che si apre tra palazzo Re Enzo e il palazzo del Podestà, detto il Voltone del Podestà, si può apprezzare un insolito fenomeno acustico: porgendo l’orecchio vicino a una delle colonne si possono sentire le parole delle persone ai lati opposti, come in una sorta di telefono senza fili. Sulla facciata del palazzo che dà verso via Rizzoli si può notare un’apertura insolita. Si tratta di una porta-finestra, che si affacciava su di un balcone ora non più esistente. Questo balcone, pieno di splendidi fiori, era stato ribattezzato “Giardino della Lazzarina” dal volgo. La curatrice non era altro che la moglie del boia. Si dice mettesse un nuovo fiore ogni volta che una condanna veniva eseguita.

Conserva di Valverde - Bagni di Mario era il nome erroneamente dato alla Conserva di Valverde, che si suppose luogo per uso termale quando venne scoperta, nel XX secolo, anche se in realtà non ha mai avuto attinenza con quell’uso. Cisterna di epoca rinascimentale (1563) eseguita da Tommaso Laureti, architetto palermitano, fu realizzata per alimentare la Fontana del Nettuno e altre particolarità idrauliche come l'Orto dei Semplici (oggi piazza coperta della ex Sala Borsa). La struttura è impostata su due livelli. La costruzione è formata da una vasca principale di forma ottagonale, da quattro condotti ciechi che si inoltrano nella collina e da tre conserve di raccolta collegate fra di loro. Di notevole bellezza un altissimo camino completamente ricoperto da incrostazioni calcaree secolari. L’attrazione è aperta al pubblico tutte le domeniche.

La Bologna delle acque - I Bagni di Mario sono un’ulteriore testimonianza del rapporto che ha sempre legato Bologna con l’acqua, che nel corso dei secoli è stata indispensabile allo sviluppo economico della città. Nel XII secolo, infatti, fu realizzata una rete di canali artificiali al fine di alimentare i numerosi mulini, concerie e filatoi cittadini. La disponibilità immediata e puntuale di acqua contribuì alla prosperità dell’artigianato manifatturiero locale, facendo diventare Bologna il principale centro tessile d’Italia. Ad oggi, la maggior parte dei canali è stata interrata, tuttavia, è ancora possibile visitare numerosi luoghi che, tra toponimi e scorci, sono in grado di farci rivivere la “Bologna delle acque”.

Cimitero Monumentale della Certosa - Veramente monumentale come riporta nel nome, è il luogo di sepoltura di illustri studiosi, letterati e politici. Percorrendone i viali, si fa un excursus nella storia e nella cultura bolognesi. Molte lapidi riportano anche segni massonici e magici.

Il carcere nella torre - Torre Prendiparte, ora adibita a bed & breakfast e aperta al pubblico tutte le domeniche, nel XVIII secolo fu adattata a carcere dell’Arcivescovado per reati contro la religione o che rappresentavano un oltraggio alla morale cristiana. Nei locali dove un tempo c’erano queste prigioni, e del mattone di cui era composta la torre. Sono ancora leggibili iscrizioni, lamentazioni e allegorie tracciate sull’antico intonaco settecentesco di colore rossiccio, in quanto venivano realizzati con scaglie. Anche la terrazza di questa torre è decisamente suggestiva.

Il più grande cinema all’aperto d’Europa - Non tutti sanno che Bologna è una vera e propria Città del cinema. Infatti fa cinema ogni giorno attraverso realtà come la Cineteca di Bologna col suo centro di restauro, le tante piccole medie imprese specializzate nell’audiovisivo e la fitta rete di Festival (tra cui Cinema Ritrovato e Biografilm per citare i principali) che la animano in estate. Sempre durante l’estate, Piazza Maggiore diventa il più grande cinema all’aperto d’Europa e per due mesi raccoglie migliaia di cinefili da tutte le parti del mondo per i suoi due importanti appuntamenti: Il Cinema Ritrovato e Sotto le stelle del Cinema.

Rocchetta Mattei - La Rocchetta Mattei sorge nel verde dell'Appennino Tosco-Emiliano, lungo la strada tra Bologna e Porretta Terme. Costruita nel XIX secolo dal Conte Cesare Mattei sui resti di un antico castello medievale di Matilde di Canossa, è caratterizzata da uno stile eclettico che fonde influenze gotico-medievali e moresche per creare un edificio dall'aspetto unico e curioso. Tra gli ambienti più suggestivi vi sono il Cortile dei Leoni, riproduzione del Cortile dell'Alhambra di Granada, e la cappella, costruita a imitazione della Cattedrale di Cordova. Secondo le intenzioni del conte la Rocchetta doveva essere la culla della sua invenzione, l'Elettromeopatia, una forma di medicina alternativa che, con l'utilizzo di erbe naturali e un metodo di preparazione segreto, si proponeva curare qualsiasi male. La fama dell'Elettromeopatia fu tale che anche Dostoevskji, ne “I fratelli Karamàzov”, ne sottolinea la notorietà quando fa raccontare al diavolo di essere riuscito a guarire da terribili reumatismi grazie a un libro e a delle gocce del Conte Mattei.

Per maggiori informazioni: www.bolognawelcome.com