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Bimba morta di stenti a Milano, gli esami medico legali: a Diana sono stati dati tranquillanti

Alla piccola, secondo gli accertamenti medico legali disposti dalla Procura, sono state fatte assumere benzodiazepine: si aggrava la posizione della madre

IPA

Alla bimba morta di stenti a Milano, Diana Pifferi, lasciata sola in casa dalla madre per sei giorni, sono state fatte assumere benzodiazepine, vale a dire tranquillanti. È quanto risulta dagli accertamenti medico legali disposti, nell'ambito della consulenza autoptica che sarà depositata formalmente nei prossimi giorni, dalla procura. La madre, Alessia Pifferi, in carcere da luglio, è accusata di omicidio volontario aggravato.

Bimba morta a Milano, le foto tra i palloncini di Diana Pifferi

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Nei prossimi giorni il pool di consulenti medico legali depositerà gli esiti della consulenza disposta a fine luglio, la cui relazione dovrebbe arrivare entro fine mese sul tavolo dei pm. Dagli esiti emersi in questi giorni, tra analisi tossicologiche, sia del sangue sia del capello, si è saputo che alla piccola sono state fatte assumere benzodiazepine: una boccetta di En, ansiolitico a base di benzodiazepine, era stata infatti trovata accanto alla culla della bimba.

La madre, 37 anni, ha sempre negato di aver somministrato tranquillanti alla figlia, dicendo di averle dato solo delle gocce di paracetamolo. I vicini di casa hanno raccontato agli inquirenti di non aver mai sentito piangere la piccola. La donna aveva spiegato il suo gesto così: "Ci contavo sulla possibilità di avere un futuro con lui (il compagno, che non è il padre della bimba, ndr) e infatti era proprio quello che in quei giorni stavo cercando di capire; è per questo che ho ritenuto cruciale non interrompere quei giorni in cui ero con lui anche quando ho avuto paura che la bambina potesse stare molto male o morire".

I primi esiti degli accertamenti avevano stabilito che Diana sarebbe morta prima delle 24 ore antecedenti al ritrovamento del corpo. Risposte più chiare arriveranno col deposito dell'autopsia anche sui quantitativi di tranquillanti trovati nel corpo (se somministrati in periodi pure precedenti) e se possono aver inciso sul decesso. Potrebbe comunque aggravarsi la posizione della donna, tanto che la Procura già aveva contestato anche la premeditazione.

Partirà nei prossimi giorni, poi, l'incidente probatorio su biberon, bottiglietta d'acqua e boccetta di En, allargato dal gip su richiesta dei legali, anche all'appartamento, al pannolino, al cuscino e al materasso.

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