nel Bolognese

Subisce violenza dal marito ma ritira la denuncia: il tribunale condanna l'uomo

L'atteggiamento del marito è cambiato dopo la nascita del secondo figlio e la donna ha ritirato la querela: ma per il giudice deve comunque scontare 3 anni e 4 mesi di reclusione

© -olycom

Una vicenda di abusi  violenza, denunce e pentimenti arriva da un piccolo borgo del Bolognese, Castello d'Argile. Una giovane madre, dopo l'ennesima violenza, chiede aiuto ai carabinieri: arrivano a casa e la trovano col volto tumefatto. Durante lo sfogo la stessa vittima dichiara che il marito la massacrava di botte in presenza del primo figlio, da almeno due anni, costringendola ad avere rapporti sessuali. Siamo nel marzo del 2021. Poi - racconta la Repubblica - la donna cambia idea, ritira la denuncia, ma il tribunale non perdona: l'uomo è stato comunque condannato a tre anni e 4 mesi per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale. Pena che gli è stata inflitta mercoledì mattina durante il processo in abbreviato.

La denuncia - La querela per la violenza arriva nel 2021 ma è una storia che in realtà è iniziata ben prima. Quel giorno i militari sono arrivati a casa della coppia su richiesta della donna esasperata. La notte precedente era infatti stata picchiata a sangue dal compagno. Immediatamente denunciato, l'uomo ha sempre negato. Secondo l'indagine invece era tutto vero e l'atteggiamento di lui era cambiato da quando aveva perso il lavoro e aveva iniziato ad assumere droga. Quel giorno i carabinieri trovarono la moglie col volto tumefatto e durante lo sfogo la stessa vittima aveva fatto ritrovare in casa la cocaina.

La droga e la violenza - Secondo l'indagine l'atteggiamento di lui era cambiato da quando aveva perso il lavoro e aveva iniziato ad assumere droga.  Quel giorno i carabinieri trovarono la moglie col volto tumefatto e la stessa vittima aveva fatto ritrovare in casa la cocaina di cui il marito

Il pentimento - Alcuni mesi dopo la violenza le cose sono però cambiate e la querela era stata ritirata a seguito della nascita del secondo figlio (il giorno della richiesta d'aiuto la donna non sapeva ancora di essere incinta) e il marito dal canto suo ha iniziato anche a pagare gli alimenti in maniera puntuale.

La decisione del Tribunale - Nonostante il ripensamento, però, per il giudice si tratta semplicemente "del dovere di padre" , che nulla toglie alla gravità delle violenze riscontrate dalle indagini. D'altra parte, anche il ritiro della querela da parte della vittima è per lo stesso giudice, scrive sempre la Repubblica,  "cosa tipica di casi del genere".  Spessp nelle vittime si verioficano casi di pentimento. Da qui la condanna. Per il giudice i reati contestati "sono perseguibili d'ufficio" , strada intrapresa dalla Procura in maniera coerente con le norme. 

I numeri della violenza sulle donne - Secondo i dati Istat l 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila). Ha subìto violenze fisiche o sessuali da partner o ex partner il 13,6% delle donne (2 milioni 800 mila), in particolare il 5,2% (855 mila) da partner attuale e il 18,9% (2 milioni 44 mila) dall’ex partner. La maggior parte delle donne che avevano un partner violento in passato lo hanno lasciato proprio a causa delle violenza subita (68,6%). In particolare, per il 41,7% è stata la causa principale per interrompere la relazione, per il 26,8% è stato un elemento importante della decisione. Il 24,7% delle donne ha subìto almeno una violenza fisica o sessuale da parte di uomini non partner: il 13,2% da estranei e il 13% da persone conosciute. In particolare, il 6,3% da conoscenti, il 3% da amici, il 2,6% da parenti e il 2,5% da colleghi di lavoro.

Ti potrebbe interessare