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Caro energia, ecco la strategia della Ue in sette punti

Non solo price cap (peraltro temporaneo) ma soprattutto risparmi obbligatori e una piattaforma comune di acquisti

Ansa

Contro il caro energia arrivano, finalmente, le misure della Commissione Ue. Un piano in gran parte pre-annunciato e ora concordato coi governi dei principali Paesi dell'Unione. Ma ci sono ancora ostacoli per varare le norme che andranno a combattere il caro energia e dare un po' di sollievo alle finanze di famiglie e imprese. Ursula von der Leyen ha mostrato il piano composto di sette macro punti e che nei prossimi giorni se approvato diventerà operativo.

Acquisti comuni di gas - Creazione di una piattaforma Ue per l'acquisto congiunto di gas, il cui prezzo è stato uno dei principali responsabili del caro energia. Sulla nuova piattaforma si dovrà coordinare il riempimento degli stock e prevede una partecipazione obbligatoria dei Paesi membri per almeno il 15% del volume. Sarà centrale per accaparrarsi forniture di gas competitive a livello mondiale e scongiurare una gara tra i governi sul mercato. Anche l'industria è invitata a prendervi parte.

Nuovo indice di riferimento del prezzo gas - L'Agenzia dell'Unione europea per la cooperazione tra i regolatori energetici (Acer) sarà incaricata di sviluppare un nuovo indice di riferimento per il prezzo del gas naturale liquefatto (Gnl), alternativo al Title Transfer di Amsterdam (Ttf). Dovrebbe essere operativo in tempo per la prossima stagione di riempimento degli stock, all'inizio del 2023.

Fissare il price cap (temporaneo) - E arriviamo al punto cardine della strategia contro il caro energia: il price cap. Il punto di caduta tra le diverse visioni dei Paesi membri è un meccanismo di correzione del mercato dinamico e temporaneo per prevenire picchi estremi sui mercati spot Ttf. Se attivato, il tetto potrà restare in vigore per un periodo non superiore ai tre mesi. Ancora massimo il riserbo su chi supervisionerà l'attuazione della forchetta e sui suoi estremi. Un price cap potrà intervenire anche per limitare la volatilità dei prezzi infra-quotidiani.

Dirottare i finanziamenti - I Paesi potranno dirottare i fondi di coesione della programmazione 2014-2020 non ancora impegnati, fino a un massimo di 40 miliardi, per la crisi energetica e il caro bollette.

Tagliare i consumi - Come era stato già annunciato resta l'obiettivo di tagliare i consumi. Nel piano RePowerEu si prevede un taglio del 15% del gas che dovrebbe diventare obbligatorio tramite l'attivazione dello stato di allerta Ue, se le circostanze lo richiederanno. Non è escluso che il target venga rivisto al rialzo.

Patto di solidarietà - Bruxelles prevede regole automatiche di solidarietà che si applicheranno quando non c'è un accordo bilaterale in atto tra i Paesi e di estendere l'obbligo di dare aiuto ai Paesi non collegati con gli impianti di Gnl.

Aiuti di Stato - L'aggiornamento del quadro temporaneo di crisi darà maggiori opportunità ai governi per sostenere le loro imprese. 

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