Una vasta area rurale del Wyoming, negli Stati Uniti, sarà presto riempita da dozzine di contenitori delle dimensioni di un container capaci di assorbire CO2 dall'atmosfera. Una volta catturata, la CO2 compressa in un liquido, viaggerà attraverso le condutture dei pozzi vicini scavati a migliaia di metri sottoterra per poi essere immagazzinata in modo permanente. Il progetto, chiamato “Project Bison”, sarà gestito dalla società statunitense CarbonCapture Inc ed è basato sulla tecnologia DAC, Direct Air Capture.
Le prime unità del sistema saranno operative entro la fine del prossimo anno. Entro il 2030 il progetto prevede di catturare 5 milioni di tonnellate di CO2 all'anno, all'incirca le emissioni equivalenti derivanti dalla guida di un milione di auto a gas per un anno. Il servizio di "rimozione del carbonio" sarà poi venduto alle società che vogliono compensare le proprie emissioni.
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Finora si tratta del più grande progetto del suo genere pianificato al mondo. Questo tipo di tecnologia è infatti agli albori: lo scorso anno è stato aperto in Islanda Orca, il primo impianto commerciale capace di catturare 4.000 tonnellate di CO2 all'anno. Purtroppo si tratta di un metodo molto costoso: una singola tonnellata di CO2 catturata costa centinaia di dollari. I prezzi iniziali per acquistare una tonnellata di carbonio catturata e immagazzinata in modo permanente saranno tra i 600 e i 700 dollari.
Sebbene la rimozione meccanica del carbonio non sia mai avvenuta su larga scala, secondo alcune stime, entro la metà del secolo il mondo potrebbe dover estrarre 10 miliardi di tonnellate di CO2 dall'atmosfera ogni anno. La società statunitense sta lavorando per cercare di ridurre i costi impiegando materiali più economici ma allo stesso tempo efficienti.