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Agroforestazione urbana nel Parco della Vettabbia

Il progetto SoulFood ForestFarms 

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Milano, è una città più verde di quanto si pensi. All’interno del Parco della Vettabbia, nella zona sud, è stato attivato un ambizioso progetto che punta a trasformare e riqualificare entro il 2030 l’area agricola abbandonata in un parco urbano agroforestale. Una vera e propria cerniera tra contesto urbano e campagna. Una città contemporanea sempre più connessa ed ecologica, questa l’idea alla base del progetto SoulFood ForestFarms. Una foresta urbana nuova, piantumata dai cittadini, capace di generare miglioramenti ambientali e di produrre cibo. Nel parco milanese si utilizzano diverse specie vegetali capaci di creare reciproche interazioni. Piante da frutto, da ombra, ortaggi e fiori, messe a diverse altezze per proteggersi e farsi ombra l’un l’altra, e per mantenere il terreno sano e fertile. Una visione nuova della natura capace di mettere in atto una vera e propria transizione verde attraverso l’agro-forestazione rigenerativa.

"L'agroforestazione rigenerativa è una pratica che consente di produrre cibo e nel frattempo aumentare la fertilità del suolo. Diamo la possibilità a cittadini e imprese di contribuire ad una transizione ecologica delle aziende agricole italiane grazie alla possibilità di adottare gli alberi. Abbiamo messo a dimora di diverse specie autoctone selezionate per consentire la creazione di microhabitat diversificati. Con l'associazione SoulFood ForestFarms diamo anche la possibilità ai cittadini di essere coinvolti in attività partecipate e quindi di venire su questi campi per potersi prendere cura delle piante" spiega Alessandro Di Donna, Presidente e Co-founder Soulfood Forestfarms Hub Italia.

Un vero e proprio progetto apripista che immagina un perfetto equilibrio tra ambiente e comunità.

"Questo sistema permette di produrre quelli che vengono chiamati 'servizi ecosistemici' e possono essere di diverso tipo come ad esempio la cattura del carbonio, lo stoccaggio del sottosuolo, permette di migliorare la qualità dell'aria e propone servizi di tipo culturale. Questi campi si trasformano infatti in un aula a cielo aperto per poter fare delle iniziative di tipo culturale e didattico. È una pratica che consente di mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico perché aumentando la diversità di questi terreni si crea una resilienza maggiore a questi effetti che spesso mettono in crisi le produzioni agricole" continua Alessandro Di Donna.  Un nuovo paesaggio “commestibile” a disposizione della comunità urbana e a tutela della biodiversità.

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