Dopo tre anni di inedite crisi globali, cosa ci spaventa di più? La risposta di italiani e operatori del Non Profit è univoca: la povertà è l’emergenza più sentita sia dall’opinione pubblica (quasi 3 persone su 10) sia da chi opera nel Terzo Settore (6 su 10). Oltre alla povertà, altre quattro grandi paure emergono poi con chiarezza: l’insicurezza alimentare, il rischio del collasso del sistema sanitario italiano, gli arretramenti nella lotta al cambiamento climatico e il diffondersi del disagio psicologico seguito alla pandemia e alle sue conseguenze sul tessuto economico e sociale. È la fotografia scattata da INC Non Profit Lab - il laboratorio dedicato al Terzo Settore di INC Istituto Nazionale per la Comunicazione - attraverso la ricerca “Poveri Noi. Il Terzo Settore e la sfida dei nuovi bisogni, dopo i tre anni che hanno sconvolto il mondo”, realizzata con il patrocinio di RAI per la Sostenibilità-ESG, tra gli italiani e su un campione di addetti ai lavori che operano in 70 Organizzazioni Non Profit (ONP). La ricerca è stata presentata presso la sede RAI di Viale Mazzini, alla presenza del Presidente di INC, Pasquale De Palma, del Vicepresidente Paolo Mattei, del Direttore di RAI per la Sostenibilità – ESG, Roberto Natale. Nell’incontro la voce del Terzo Settore è stata affidata a Rossano Bartoli, Presidente Lega del Filo d’Oro; Ileana Bello, Direttrice Amnesty International Italia; Alessandro Betti, Direttore Raccolta Fondi Fondazione Telethon; Chiara Cardoletti, Rappresentante UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino; Paolo Ferrara, Direttore Generale Terre des Hommes Italia; Giuseppe Onufrio, Direttore esecutivo Greenpeace Italia.
Dopo aver fotografato le percezioni legate a questo scenario, tra vecchi e nuovi bisogni, la ricerca del Non profit Lab di INC mostra, specularmente, le reazioni del Terzo Settore, uno dei principali player chiamati a trovare risposte adeguate, per non lasciare indietro nessuno, per assicurare coesione nella società. Emerge così che il Terzo Settore ha risposto proattivamente e tempestivamente, organizzando nuove campagne di comunicazione e raccolta fondi (55%) e nuovi progetti (45%) in risposta ai bisogni scaturiti o aggravati dall’emergenza continua degli ultimi tre anni. Una significativa capacità di ascolto e risposta, da parte delle organizzazioni Non Profit, che si è tradotta anche, per chi già operava sui temi che le emergenze hanno evidenziato, in un potenziamento di progetti già in essere nelle aree interessate (36,6%) e nella riorganizzazione di strutture operative e modelli d’intervento in quegli ambiti (35,2%).
Le donazioni per cause legate alle emergenze sono aumentate (52%) a fronte di un calo di donazioni (19,7%) per tutto ciò che è slegato dall’attualità. Ma questo trend, di generosità emergenziale, definito da qualcuno anche effetto long Covid, ha finito per favorire realtà istituzionali, come Ospedali, Protezione civile, Istituzioni religiose, mettendo in crescente difficoltà molte Organizzazioni Non Profit. Che hanno visto calare - secondo l’Istat - il popolo dei donatori dal 14,3% del 2020 al 12% del 2021, toccando il minimo storico di appena sei milioni d’italiani. In particolare, le ONP che hanno registrato un calo della Raccolta Fondi, sempre nel 2021 (secondo l’ultima edizione dell’Osservatorio sul dono dell’Istituto Italiano della Donazione3, presentato la scorsa settimana) sono state il 71%. E per il 32% il calo è stato superiore al 50%. Chi ha sofferto di più sono le piccole e medie realtà, sotto il milione di euro di fatturato, e quelle impegnate su obiettivi e progetti poco allineati con i temi emergenziali del momento.
Torna a crescere l’attenzione per le campagne di raccolta fondi tramite numerazione solidale. Il 60,6% delle associazioni in questi ultimi tre anni ha fatto richiesta per ottenere una campagna di raccolta fondi televisiva tramite numerazione solidale. E la metà circa di quelle che non lo hanno fatto (18,3%, su un totale del 39,6%) sta seriamente valutando di tornare a chiedere questa opportunità, proprio per fronteggiare le necessità crescenti sul fronte della raccolta fondi per garantire sostenibilità ai propri progetti. Nel Digital si punta sui grandi classici. La tendenza delle ONP a fare promozione on line, accelerata negli ultimi anni dall’impossibilità di organizzare appuntamenti ed eventi fisici, soprattutto a scopo di raccolta fondi, si conferma e vede nella top tre degli strumenti più utilizzati Social ADS (91,5%), DEM (75%) e Google ADS (68%). Gli addetti ai lavori sono però anche proiettati verso il dialogo con nuovi target: social come TikTok o l’Addressable TV sono stati indicati come i canali innovativi Digital attualmente in fase sperimentazione.
Nei prossimi due o tre anni la situazione d’incertezza persisterà e secondo il 45% di chi opera nel Terzo Settore i problemi saranno gli stessi evidenziati oggi. A fronte di ciò, un 38% vede delinearsi una società fortemente impegnata a risolvere queste emergenze e una quota, un po’ più piccola, 23,9%, che si arrende alla visione pessimistica di una società sempre più povera, individualistica e ripiegata su sé stessa. Quasi la metà (48%) ritiene che il Terzo Settore saprà rispondere alle esigenze degli italiani anche laddove le istituzioni non riusciranno ad arrivare ed avrà un ruolo fondamentale e socialmente riconosciuto per uscire dalla crisi (39,4%). Chi opera nelle ONP pensa poi che, per rispondere adeguatamente ai bisogni, sarà sempre più necessario e importante fare squadra con le istituzioni (22,5%) e sarà indispensabile organizzarsi con realtà di secondo livello per fare lobbying (24%) e aumentare la propria rilevanza ed efficacia.
Ci saranno sempre più associazioni che si occuperanno di povertà ed emergenza sanitaria (31%) e le campagne si concentreranno sempre più sull’Italia (28%) e sui problemi dei nostri connazionali. In questa visione poco rosea del futuro da parte delle ONP, il tema di una graduale crisi della solidarietà, che tra l’opinione pubblica è il meno sentito, spaventa invece il 32,4% di chi con la solidarietà lavora ogni giorno. Sulla raccolta fondi, due visioni a confronto: per il 35,2% delle associazioni caleranno, per il 23,9% cresceranno. Uno sguardo sul futuro all’insegna dell’incertezza e della cautela, a fronte di un presente che, come ha fotografato l’Istituto Italiano della Donazione, vede per il 2021 una raccolta fondi in calo per il 41% delle ONP, invariata per il 13% e in aumento per il 46% delle associazioni.