In merito alle ipotesi di riforma delle pensioni, "credo che siano tutte orientate a un principio giusto, ovvero quello di garantire una certa flessibilità in uscita, rimanendo ancorati tuttavia la modello contributivo". Lo ha affermato il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico a proposito dell'ipotesi quota 58-59 anni con 35 di anzianità per gli uomini con un assegno più basso. "Su questo eravamo orientati anche durante il governo Draghi. Quindi, se si va in questa direzione, si è abbastanza in linea rispetto a quello che si stava facendo", ha aggiunto.
La riforma delle pensioni va fatta in fretta? "Deciderà la politica", ha risposto ai cronisti il presidente dell'Inps.
Landini (Cgil): "Ridurre l'assegno non è percorribile" - Freddezza da parte della Cgil a riguardo di questa ipotesi attribuita alla presidente di FdI Giorgia Meloni, cioè una riduzione del 30% dell'assegno pensionistico. "Mandare in pensione le persone riducendogli l'assegno non mi pare sia una grande strada percorribile", afferma dell'assemblea nazionale dei delegati della Fillea-Cgil a Milano. "Credo - aggiunge Landini - che il tema sia quello di affrontare la complessità del sistema pensionistico". "Credo poi - sottolinea - che ci sia un altro tema di fondo per dare un futuro pensionistico a tutti i lavoratori: bisogna combattere la precarietà".
Fonti maggioranza, "allo studio ipotesi quota 41 con soglia età" - Una possibile strada allo studio per
superare la legge Fornero è "quota 41" con l'introduzione di una soglia d'età. È quanto si apprende da fonti della maggioranza. Questa opzione, viene spiegato, permetterebbe di ridurre anche di molto l'impatto previsto da quota 41, che richiederebbe risorse pari a circa 5 miliardi l'anno. Tutto dipende comunque da quale sarà la soglia che verrà individuata e dai calcoli che verranno fatti dall'Inps.
"Opzione donna" scelta dal 25% della platea - Tridico ha parlato anche dell'"Opzione donna", che "ha avuto un tiraggio rispetto alla platea del 25%, un dato che dimostra che la scelta è stata fatta da meno di un terzo delle donne. Dato basso?", si è chiesto il presidente dell'Inps. "È una scelta. Tutti sanno che col modello contributivo se si va in pensione prima si va con un minore assegno pensionistico. È normale nel nostro modello contributivo, ce lo abbiamo dal '95, l'abbiamo riconfermato con la riforma Fornero".