Ignazio La Russa è il nuovo presidente del Senato. Ma la sua elezione spacca la maggioranza e l'opposizione. L'altro candidato, Roberto Calderoli, aveva annunciato di prima mattina il suo passo indietro. I parlamentari di Forza Italia, in una riunione a sorpresa con Berlusconi e Licia Ronzulli, decidono all'ultimo momento di non votare alla prima chiama. Ma La Russa passa lo stesso con 116 sì con l'evidente aiuto di senatori non della maggioranza. Per la Camera la Lega punta su Lorenzo Fontana ma il Pd protesta: "Scelta estremista, è una provocazione".
I senatori di Fratelli d'Italia sono 66, 29 sono quelli della Lega e 2 i Moderati. Quindi, in tutto, 97 voti ai quali si devono aggiungere quelli dI Berlusconi e della presidente del Senato uscente Elisabetta Casellati che comunque decidono di rispondere alla seconda chiama. Con loro si arriva a 99, escludendo gli altri 16 forzisti che scelgono di non votare, cioè di non passare proprio sotto il catafalco allestito nell'emiciclo per votare il presidente. Per arrivare a 116, pertanto, qualche altro gruppo deve essere intervenuto in aiuto del partito di Giorgia Meloni.
Scatta la caccia al colpevole con Matteo Renzi indicato come principale responsabile, ma lui smentisce. Ma anche se tutti e 9 i parlamentari del Terzo Polo avessero votato compatti per La Russa ci sono altri 8 voti in più di cui nessuno si vuole assumere la paternità. Anzi 7 perché Mario Borghese del Maie si autodenuncia ammettendo di aver votato per il senatore di FdI.
Anche il M5s smentisce ogni ipotesi di coinvolgimento. La Russa, subito dopo essere stato eletto, ringrazia tutti anche quelli che lo hanno votato "fuori della maggioranza". Rimangono i malumori nella maggioranza, dove Berlusconi dichiara che Licia Ronzulli non entrerà nella squadra di governo.
Camera, spunta il nome del leghista Fontana - È Lorenzo Fontana il nome proposto dalla Lega per la presidenza della Camera. Lo ha affermato Matteo Salvini, dopo aver incontrato lo stesso Molinari e i vicesegretari del partito. Molinari resterà capogruppo della Lega a Montecitorio mentre Giancarlo Giorgetti, altro nome considerato per la terza carica dello Stato, "ha rimesso a Salvini la decisione per un eventuale incarico nel futuro governo di centrodestra"..