richiamo pubblicato sul sito del ministero della Salute

Mandragora, sospetta contaminazione: richiamato lotto di spinaci

Nel documento pubblicato sul sito del ministero della Salute, si avverte a scopo precauzionale, se fosse stato congelato, di evitare il consumo del prodotto e riportarlo in negozio

È stato richiamato per sospetta contaminazione da mandragora il lotto di produzione 273 di spinaci "Il Gigante" 500 grammi. Gli spinaci sono prodotti dall'azienda Spinerb di Colleoni Andrea e C snc, con sede a Gorlago, in provincia di Bergamo. Nel documento relativo al richiamo delle confezioni e pubblicato sul sito del ministero della Salute, si avverte a scopo precauzionale, se fosse stato congelato, di evitare il consumo del prodotto e riportarlo in negozio.

La misura è arrivata dopo l’allerta Rasff (il sistema di allarme europeo per la notifica di un rischio diretto o indiretto per la salute umana dovuto ad alimenti o mangimi) 2022.5877, notificata dall'Italia per il sospetto di una contaminazione da mandragora in spinaci di IV gamma che avrebbe causato la comparsa di sintomi da avvelenamento da parasimpaticolitici (anticolinergici e antimuscarinici) e spasmolitici in due persone.

Il precedente - La scorsa settimana, nel Napoletano, a Pozzuoli, 10 persone sono rimaste intossicate. Si pensava che, per sbaglio, la mandragora fosse finita al centro di verdure, vendute sfuse, come gli spinaci e che gli ignari cittadini l'avessero mangiata. Le Asl territorialmente competenti avevano sottoposto l'alimento a blocco ufficiale per effettuare campionamenti e analisi. Gli intossicati appartengono a tre famiglie. Allucinazioni ma anche problemi gastrointestinali sono i sintomi rilevati.

Eppure, dalle analisi compiute, pare si trattasse di stramonio. "È emerso che sicuramente l'avvelenamento è stato di origine vegetale", ha detto il direttore dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, Gennaro Limone, partecipando all'audizione della commissione Agricoltura della Regione Campania, in merito ai casi di avvelenamento da mandragora nel Napoletano. "Si è trattato - aggiunge Limone - di una partita di spinaci contaminati provenienti da Avezzano, probabilmente da una coltura a campo aperto. Di fronte al verificarsi di questo allarme, c'è stata un'importante reazione di filiera istituzionale per isolare la partita, ricostruire la sua catena distributiva e prevenire ulteriori casi. Ovviamente quanto avvenuto non compromette, per il futuro, la sicurezza del prodotto alimentare. Per quanto riguarda il nostro Istituto, provvederemo a pubblicare sul sito internet le immagini delle più comuni piante che possano essere responsabili di avvelenamenti".

"Dall'audizione - ha evidenziato il presidente della commissione Agricoltura della Regione, Francesco Emilio Borrelli - è emerso un elemento nuovo ovvero che l'origine della problematica sia stato probabilmente lo stramonio e non la mandragora. Trovo sia utile che l'Istituto zooprofilattico pubblichi sul proprio sito le immagini di questi vegetali velenosi al fine di divulgarne la conoscenza e tengo a precisare che non c'è alcun problema di filiera campana, né tantomeno alcuna responsabilità del Centro agroalimentare. È ingiustificata qualunque psicosi perché i prodotti vegetali campani sono sicuri e benefici per la salute e sarà nostra cura interagire con altre regioni per evitare che in futuro possano ripetersi questi allarmanti casi". 

Cos'è la mandragora - La pianta della mandragora è largamente distribuita in tutto il Mediterraneo. Tutte le sue parti, sono potenzialmente pericolose per la presenza di sostanze dalle proprietà allucinogene. È un'erba perenne della famiglia delle solanacee con fiori di un blu pallido, frutti gialli, foglie oblunghe ovali e radici spesse, carnose e spesso biforcute, che secondo le leggende assomigliano a volti umani e dove sono più concentrate le sostanze pericolose. I sintomi vanno da nausea, vomito, problemi intestinali, secchezza delle fauci e difficoltà urinare per intossicazioni leggere fino appunto ad allucinazioni, delirio e tachicardia, anche se sono riportati anche casi di morte per sospetto avvelenamento. Sono molti i riferimenti a questa pianta anche nella letteratura "non scientifica", con una serie di leggende legate al suo utilizzo ad esempio da parte delle streghe. 

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